La settimana santa rischia di trasformarsi in una via Crucis senza pace in qualche scuola italiana dove tornano le benedizione pasquali. Dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso del ministero dell’Istruzione e ribaltato la decisione del Tar dell’Emilia Romagna che aveva annullato la delibera con cui un consiglio di istituto di Bologna aveva autorizzato l’acqua santa in aula, la questione torna a far discutere. Stavolta il caso è scoppiato in Umbria in due scuole diverse, che dopo la decisione del Consiglio di Stato (che stabilisce la legittimità delle benedizioni fuori dalle lezioni) sono pronte ad aprire i cancelli a preti e vescovi.

E’ il caso del liceo “Galileo Galilei” di Perugia, dove i Partigiani della Scuola Pubblica hanno denunciato la circolare della dirigente scolastica Nivella Falaschi che il 3 aprile scorso ha preso carta e penna per comunicare ai docenti, al personale Ata e agli studenti che “mercoledì 12 aprile durante la seconda ricreazione 11.45/11.55 sarà possibile ricevere la benedizione pasquale nel piazzale della scuola da parte del vescovo ausiliare monsignor Paolo Giulietta. Liberamente, per chi lo desidera, il vescovo – cita la circolare numero 295 – si recherà prima nelle sede centrale e a seguire nella palazzina Stoppini”.

Una nota che non è piaciuta ai Partigiani della Scuola Pubblica che hanno chiesto l’ “immediata sospensione di questa circolare, lesiva del principio della libertà di religione visto che costringerebbe gli studenti a manifestare pubblicamente la loro adesione o meno a un credo, per di più in orario scolastico, di cui la “ricreazione” fa pienamente parte”. L’associazione insieme al Comitato Scuola e Costituzione non ne vuole sapere di questa iniziativa considerata “una forzatura inaccettabile nella scuola laica della Costituzione, nella scuola di tutti e per tutti, nella scuola che unisce la popolazione scolastica su valori comuni. La scuola pubblica pluralista deve essere esclusivamente luogo del sapere, della formazione, dell’inclusione, non luogo di diffusione di idee religiose o filosofiche di parte, che hanno i loro luoghi deputati allo scopo”.

Inutile cercare la preside: nella giornata di ieri, contatta telefonicamente e attraverso la posta elettronica, si è negata fino al tardo pomeriggio e negli uffici della scuola nessuno sembrava sapere nulla in merito alla vicenda. Ma c’è anche chi ha chiesto al dirigente perché il prete non fosse ancora andato a benedire le aule. E’ accaduto a Corciano, sempre in provincia di Perugia, dove il capo d’istituto, Daniele Gambacorta, è stato sollecitato da alcuni genitori a dare indicazioni. Anche in questo caso presa carta e penna il preside ha chiarito che “nel rispetto degli ordinamenti vigenti ed alla luce delle più recenti pronunzie degli organi giurisdizionali competenti, non si ravvisano impedimenti alla benedizione pasquale delle sedi scolastiche in presenza di chi vi consente e fuori dalle attività didattiche”. Allo stato attuale non sono previste ma se vi saranno richieste, Gambacorta con questa circolare ha fatto chiarezza: “In queste piccole realtà si tratta di una tradizione. Ho solo cercato – spiega il dirigente – di andare incontro alle esigenze delle famiglie senza ledere alcun principio legislativo”.

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