Squalifica di 18 mesi e ammenda di 50mila euro per Armando Izzo, 3 punti di penalizzazione e 50mila euro per l’Avellino. Queste le sanzioni inflitte dal Tribunale Nazionale Federale che ha accolto parzialmente il deferimento proposto dal Procuratore Federale nell’ambito del processo sportivo sul calcioscommesse, relativo alle presunte combine delle partite Modena-Avellino del 17 maggio 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio 2014. Pene più severe invece nei confronti dell’ex giocatore dell’Avellino, Francesco Millesi, e Luca Pini, all’epoca dei fatti tesserato per l’Atletico Torbellamonaca, entrambi accusati dello stesso tipo di illecito e squalificati per 5 anni, oltre a 50mila euro di multa.
Izzo, che attualmente milita nel Genoa, era accusato di associazione finalizzata ad alterare i risultati delle partite (articolo 9 del codice di giustizia sportiva). La Procura federale aveva chiesto una squalifica di 6 anni, mentre per l’Avellino era stata chiesta una penalizzazione di 7 punti. Per quanto riguarda le altre persone coinvolte, il Tribunale ha disposto il proscioglimento degli ex biancoverdi Mariano Arini, Raffaele Biancolino, Luigi Castaldo, Fabio Pisacane, Fabio Peccarisi e anche del presidente Walter Taccone.
Quella di Armando Izzo sembrava una storia da fiaba: nato a Scampia, si avvicina al calcio grazie a papà Enzo, che lo porta all’Arci Scampia, uno dei simboli della lotta all’emarginazione e alla Camorra nella periferia del capoluogo campano. Lì nasce l’Izzo calciatore, nonostante manchino persino i soldi per la retta. A 11 anni finisce nelle giovanili del Napoli, vince lo scudetto con la Berretti, assaggia la Serie A con Walter Mazzarri. Nel mezzo aveva anche deciso di dire addio al calcio, dopo la prematura scomparsa del padre per una malattia, ma alla fine ce l’ha fatta. Triestina, Avellino, poi la grande chance con il Genoa e le porte di Coverciano che si aprono grazie alle ottime prestazioni il club rossoblu. Ora la squalifica: Izzo, secondo il racconto dei pentiti, ha dato una mano al clan dei Vinella Grassi, con il quale è imparentato, per combinare due partite di Serie B, ai tempi dell’Avellino.
Una sconfitta in trasferta che allontanava il traguardo degli spareggi per salire in Serie A, una vittoria in casa che lo riavvicinava: è la sintesi del film delle due partite dell’Avellino finite sotto inchiesta da parte della Dda di Napoli, per sospetti di frode sportiva. Modena-Avellino del 17 maggio 2014 si chiude con la vittoria degli emiliani per 1-0: il gol arriva a inizio secondo tempo, con Bianchi che a porta vuota colpisce di testa sul rimbalzo dalla traversa, da un precedente colpo di testa. Una settimana dopo, la squadra campana batte la Reggina già retrocessa 3-0: le cronache segnalano che la squadra avversaria mndò in campo molti giovani. A fine stagione, l’Avellino non raggiungerà comunque i play off per la promozione in serie A, il Modena sì.
Esulta invece Fabio Pisacane, difensore del Cagliari prosciolto dal Tribunale Federale. Anche la sua una storia “perfetta” rovinata dall’ombra del calcioscommesse. La sua favola calcistica ha conquistato persino il Guardian, che gli ha assegnato il premio di ‘Giocatore dell’anno’ nel 2016. A 14 anni rimase 20 giorni in coma per una grave malattia che si manifesta con una paralisi progressiva. Poi la risalita, il ritorno sui campi da calcio, il rifiuto di 50mila euro per combinare una partita in serie B nel Lumezzane, fino al coronamento del suo sogno con l’esordio in serie A il 18 settembre scorso. Proprio per aver rifiutato la proposta di combine avanzata dal direttore sportivo del Ravenna, Giorgio Bruffone, nel 2011 Pisacane era diventato un simbolo di chi si ribella al calcio scommesse. Assieme a Simone Farina, venne nominato ambasciatore del calcio dalla Fifa, durante la serata di gala per la consegna del Pallone d’Oro, e per lui si aprirono le porte di Coverciano su iniziativa dell’allora ct Cesare Prandelli. Poi le testimonianze dei pentiti che raccontano di suoi incontri con i boss della camorra.