Circa un migliaio di agricoltori e mondine ha manifestato a Roma davanti al ministero delle Politiche agricole, contro le speculazioni e gli inganni che mettono a rischio il primato del riso italiano in Europa. Hanno lasciato le risaie di Lombardia, Veneto, Emilia e Piemonte, le principali regioni di produzione, per far sentire la loro voce con cartelli, striscioni, bandiere e sacchi di riso. Al centro della protesta #SosRisoItaliano ci sono anche le condizioni di sfruttamento del lavoro, l’inquinamento ambientale e i rischi per la salute dei prodotti importati low cost dall’Oriente, dove sono ammessi pesticidi vietati in Europa da decenni. Per combattere la concorrenza sleale gli agricoltori chiedono che ai prodotti importati vengano fatte rispettare le stesse regole di quelli nazionali che devono essere riconoscibili con un sistema trasparente di etichettatura di origine. ”Basta inganni, subito l’etichetta di origine del riso”, chiede con il megafono il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. ”Occorrono 3 chili di risone per comperare un caffè”, dicono gli agricoltori, in attesa dell’incontro di settore con il ministro Martina dal quale sono attese importanti novità.
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