PLANETARIUM di Rebecca Zlotowski. Con Natalie Portman, Lily-Rose Depp, Emmanuel Salinger. Francia 2016. Durata: 104’. Voto 3/5 (DT)

Roba da paragnosta. Alla fine degli anni trenta in Francia le due sorelle americane, Laura e Kate Barlow, protagoniste di sedute spiritiche diventate tour sorprendenti nei teatri, vengono adocchiate, messe a contratto, e addirittura adottate e accudite in una splendida magione, dell’elegante e visionario produttore cinematografico Andrè Korben. L’uomo ha in mente di utilizzare soprattutto le potenzialità extrasensoriali della giovanissima Kate per ritrarre su pellicola le immagini non truccate di un fenomeno paranormale. Stelle, specchi, rifrazioni, ombre, riflessi lunari, Planetarium è un prisma luccicante attraverso il quale lo spettatore cerca di scorgere il classico, misterioso, magnetico e razionalmente impossibile segno dell’aldilà. Con in più l’espediente empirico dell’obiettivo cinematografico di una ripresa nella ripresa che affascina per ardimento sensuale e poetico, come per composizione pittorica. La macchina da presa della Zlotowski disegna sempre sinuose traiettorie orizzontali e concentriche per accompagnare lo sguardo spettatoriale senza mai concedergli una sorta di apice di sorpresa “verticale”. Il rapporto vagamente ambiguo di Korben con Kate è comunque nettamente inferiore in termini di pathos all’attaccamento morbosetto tra sorella maggiore e minore, grazie ad una Portman tutta occhialetti, cardigan e cravattini belle epoque e all’innocente efebica e indifesa corporeità di Lily-Rose Depp, figlia di cotanto Johnny. Coprodotto dai fratelli Dardenne.