MAL DI PIETRE di Nicole Garcia. Con Marion Cotillard, Louis Garrel, Alex Brendemühl. Francia 2016. Durata: 116’. Voto 2/5 (DT)
Anni ’50. Campagna del Sud della Francia. Gabrielle è l’inquieta figlia di un proprietario terriero che flirta senza successo con il maestro del paese. Le urla e il comportamento irrituale che adotta verso il vicinato la portano ad essere bollata come nevrotica, ma l’unica “malattia” che ha è l’impossibilità dovuta a rigidi codici sociali e culturali nell’esprimere la propria intima e prepotente sessualità. I genitori la costringono a sposare un buon uomo, ma non amato; e lei s’innamorerà di un reduce della guerra d’Indocina conosciuto alle terme svizzere dove è andata a farsi curare i calcoli renali. Garcia e lo sceneggiatore Fieschi tradiscono clamorosamente il romanzo di Milena Agus da cui il film è tratto, non tanto nello spostare ambientazione geografica dalla Sardegna alla Francia e cancellando l’espediente narrativo peculiare del narratore terzo che evoca i trascorsi della propria nonna, quanto nel limare la spigolosità ruvida del grigio contesto in cui il racconto si anima e contro il quale le velleità della protagonista s’infrangono. Ci sarà tanta bella lavanda nei campi e una fotografia opacizzante per rievocare uno spazio e un luogo del passato, ma la Cotillard possiede un viso e un corpo fin troppo sofisticati per interpretare una “normale” zitella di città che qui appunto deve diventare necessariamente una signorotta di provincia tra Heidi e madame Bovary. Infine l’erotismo evocato con la parole scritte perde parecchia energia nelle inquadrature delle nudità della protagonista. E questo è un problema grosso.