Un municipio è già caduto su una grande opera, un altro rischia di implodere sulla questione dei rifiuti. Ma anche qui i contrasti sono tutti politici, e l’oggetto del contendere sembra solo la conseguenza e non la causa di più profonde spaccature interne. Il Movimento 5 stelle a Roma deve fare i conti con una nuova crisi sul territorio: dopo lo storico quartiere di Garbatella è la volta di Montesacro, uno dei rioni più grandi e popolati della Capitale (oltre 200mila abitanti), feudo di Roberta Lombardi e del presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito. Dove la minisindaca Roberta Capoccioni ha sfiduciato formalmente una sua consigliera, Francesca Burri, perché “non aderente” alle idee del gruppo. Diversa la sua versione: “La verità è che vogliono cacciarmi perché non sono lombardiana ma sto dalla parte della sindaca Raggi. Comincio a pensare che nel Movimento esista davvero un problema di democrazia”.
Le protagoniste della vicenda sono Roberta Capoccioni, presidente del Municipio III, e Francesca Burri, consigliera municipale e presidente della Commissione Ambiente. Entrambe non hanno mai fatto mistero della loro appartenenza politica: la prima è una fedelissima della parlamentare Roberta Lombardi, la seconda si dice vicina alle idee di Virginia Raggi. Le due anime del Movimento romano, che si sono già scontrate in Campidoglio. E infatti consigliera e minisindaca non si sono mai capite, fin dai primissimi tempi dopo l’insediamento. I dissidi nascono già lo scorso agosto, quando la Burri, in qualità di presidente di Commissione, mette la sua firma su un parere tecnico riguardante il Tmb Salario, in cui si spiega che in questo momento la città non può permettersi di rinunciare al tanto criticato impianto di trattamento dei rifiuti. La stessa posizione ribadita anche dalla sindaca e dall’assessora Montanari, che recentemente ha rimandato al 2019 ogni discorso di chiusura. Peccato che gli abitanti del quartiere settentrionale della Capitale da anni protestino per i disagi e il cattivo odore, e anche l’amministrazione municipale grillina abbia sposato la causa delle associazioni. Così la minisindaca non riconosce quel documento.
Da allora inizia la crisi. “Non ci parliamo praticamente da novembre”, conferma la Burri, che ha dalla sua parte almeno un altro paio di consiglieri, e lamenta una situazione insostenibile di ostruzionismo e quasi “mobbing” politico. A non distendere il clima ha contribuito senz’altro anche la sua crociata contro la nomina in giunta di Giovanna Tadonio, compagna di De Vito che non era nemmeno candidata in lista alle elezioni: “Non mi piace quando si fanno due pesi e due misure: se una cosa del genere l’avesse fatta il Pd avremmo gridato allo scandalo”. Dall’altra parte la presidente Capoccioni la accusa di non rispettare l’indirizzo deciso dal gruppo 5 stelle e votare contro le proposte della maggioranza. Un “atteggiamento inadatto” che ha fatto “venir meno la fiducia”. Al punto da finire nero su bianco in una vera e propria mozione di sfiducia, firmata da altri 30 componenti tra consiglieri (non tutti), assessori e attivisti (uno di loro, tra l’altro, ha poi fatto marcia indietro sostenendo che il documento gli era stato presentato come un semplice foglio presenze). “Il M5s del Municipio III non intende più essere associato alle azioni di Francesca Burri”, si conclude il testo. Per tutta risposta, la Burri aveva a sua volta firmato (e anche protocollato) una richiesta di spiegazioni formali alla minisindaca, in cui si minaccia in caso contrario di “adire le vie legali”.
La rottura è totale. E come al solito in questi casi volano gli stracci: “Vogliono cacciarmi perché non appartengo alla loro corrente”, spiega la Burri a ilfattoquotidiano.it. Tra le accuse c’è anche quella di aver votato contro la maggioranza: “Non è mai successo: al massimo mi sono astenuta se non condividevo qualche provvedimento. In un paio d’occasioni è che capitato che abbia votato insieme all’opposizione, ma cosa c’è di male se erano buone proposte? L’ho fatto per il bene dei cittadini, non certo perché voglio passare in qualche altro partito: sono solo una testa pensante, ma questo forse nel Movimento 5 stelle non va bene”. Sono più o meno le stesse cose già sentite dalle parti di Garbatella: “E forse vuol dire che abbiamo un problema di democrazia”, conclude la consigliera. “Ci riempiamo la bocca di belle parole come onestà e trasparenza, ma la verità è che se non ti adegui sei fuori”. La crisi ormai ha varcato i confini di Montesacro ed è arrivata anche in Campidoglio: fino ad oggi il Comune non era intervenuto, osservando da lontano, adesso potrebbe essere costretto a farlo. Meglio provare a spegnere il fuoco prima che sia troppo tardi. Come nel Municipio VIII: lì quella che sembrava essere una semplice minoranza di dissidenti ha portato alla caduta dell’amministrazione 5 stelle.
Twitter: @lVendemiale
Politica
Roma, crisi in un altro municipio M5s. Sfiduciata una consigliera: “Non vota con il gruppo”. Lei: “Punita perché pro Raggi”
Dopo i problemi nello storico quartiere di Garbatella è la volta di Montesacro, uno dei rioni più grandi e popolati della Capitale e feudo di Roberta Lombardi e del presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito. Qui la minisindaca Roberta Capoccioni ha scomunicato formalmente Francesca Burri, perché “non aderente” alle idee della maggioranza
Un municipio è già caduto su una grande opera, un altro rischia di implodere sulla questione dei rifiuti. Ma anche qui i contrasti sono tutti politici, e l’oggetto del contendere sembra solo la conseguenza e non la causa di più profonde spaccature interne. Il Movimento 5 stelle a Roma deve fare i conti con una nuova crisi sul territorio: dopo lo storico quartiere di Garbatella è la volta di Montesacro, uno dei rioni più grandi e popolati della Capitale (oltre 200mila abitanti), feudo di Roberta Lombardi e del presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito. Dove la minisindaca Roberta Capoccioni ha sfiduciato formalmente una sua consigliera, Francesca Burri, perché “non aderente” alle idee del gruppo. Diversa la sua versione: “La verità è che vogliono cacciarmi perché non sono lombardiana ma sto dalla parte della sindaca Raggi. Comincio a pensare che nel Movimento esista davvero un problema di democrazia”.
Le protagoniste della vicenda sono Roberta Capoccioni, presidente del Municipio III, e Francesca Burri, consigliera municipale e presidente della Commissione Ambiente. Entrambe non hanno mai fatto mistero della loro appartenenza politica: la prima è una fedelissima della parlamentare Roberta Lombardi, la seconda si dice vicina alle idee di Virginia Raggi. Le due anime del Movimento romano, che si sono già scontrate in Campidoglio. E infatti consigliera e minisindaca non si sono mai capite, fin dai primissimi tempi dopo l’insediamento. I dissidi nascono già lo scorso agosto, quando la Burri, in qualità di presidente di Commissione, mette la sua firma su un parere tecnico riguardante il Tmb Salario, in cui si spiega che in questo momento la città non può permettersi di rinunciare al tanto criticato impianto di trattamento dei rifiuti. La stessa posizione ribadita anche dalla sindaca e dall’assessora Montanari, che recentemente ha rimandato al 2019 ogni discorso di chiusura. Peccato che gli abitanti del quartiere settentrionale della Capitale da anni protestino per i disagi e il cattivo odore, e anche l’amministrazione municipale grillina abbia sposato la causa delle associazioni. Così la minisindaca non riconosce quel documento.
Da allora inizia la crisi. “Non ci parliamo praticamente da novembre”, conferma la Burri, che ha dalla sua parte almeno un altro paio di consiglieri, e lamenta una situazione insostenibile di ostruzionismo e quasi “mobbing” politico. A non distendere il clima ha contribuito senz’altro anche la sua crociata contro la nomina in giunta di Giovanna Tadonio, compagna di De Vito che non era nemmeno candidata in lista alle elezioni: “Non mi piace quando si fanno due pesi e due misure: se una cosa del genere l’avesse fatta il Pd avremmo gridato allo scandalo”. Dall’altra parte la presidente Capoccioni la accusa di non rispettare l’indirizzo deciso dal gruppo 5 stelle e votare contro le proposte della maggioranza. Un “atteggiamento inadatto” che ha fatto “venir meno la fiducia”. Al punto da finire nero su bianco in una vera e propria mozione di sfiducia, firmata da altri 30 componenti tra consiglieri (non tutti), assessori e attivisti (uno di loro, tra l’altro, ha poi fatto marcia indietro sostenendo che il documento gli era stato presentato come un semplice foglio presenze). “Il M5s del Municipio III non intende più essere associato alle azioni di Francesca Burri”, si conclude il testo. Per tutta risposta, la Burri aveva a sua volta firmato (e anche protocollato) una richiesta di spiegazioni formali alla minisindaca, in cui si minaccia in caso contrario di “adire le vie legali”.
La rottura è totale. E come al solito in questi casi volano gli stracci: “Vogliono cacciarmi perché non appartengo alla loro corrente”, spiega la Burri a ilfattoquotidiano.it. Tra le accuse c’è anche quella di aver votato contro la maggioranza: “Non è mai successo: al massimo mi sono astenuta se non condividevo qualche provvedimento. In un paio d’occasioni è che capitato che abbia votato insieme all’opposizione, ma cosa c’è di male se erano buone proposte? L’ho fatto per il bene dei cittadini, non certo perché voglio passare in qualche altro partito: sono solo una testa pensante, ma questo forse nel Movimento 5 stelle non va bene”. Sono più o meno le stesse cose già sentite dalle parti di Garbatella: “E forse vuol dire che abbiamo un problema di democrazia”, conclude la consigliera. “Ci riempiamo la bocca di belle parole come onestà e trasparenza, ma la verità è che se non ti adegui sei fuori”. La crisi ormai ha varcato i confini di Montesacro ed è arrivata anche in Campidoglio: fino ad oggi il Comune non era intervenuto, osservando da lontano, adesso potrebbe essere costretto a farlo. Meglio provare a spegnere il fuoco prima che sia troppo tardi. Come nel Municipio VIII: lì quella che sembrava essere una semplice minoranza di dissidenti ha portato alla caduta dell’amministrazione 5 stelle.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.