Giulia ha 38 anni. L’anno scorso le è stato diagnosticato un cancro al seno molto invasivo. “Ho fatto otto mesi di chemioterapia e una mastectomia, quindi un intervento importante”, racconta tra i corridoi del Policlinico Gemelli a Roma. I quattro cicli di quella che in gergo viene chiamata la “chemio rossa”, la più aggressiva, l’hanno provata particolarmente, come spesso accade in questi casi. “Eppure sono riuscita a non smettere di fare le cose che ho sempre fatto – portare mio figlio al parco, andare a lavorare. Grazie all’agopuntura, che mi ha aiutata a sconfiggere la nausea”.
Si chiamano terapie integrate e il Polo Oncologico per la salute della donna del policlinico Gemelli è una delle poche strutture in Italia a offrirle. Lo scopo è quello di contenere gli effetti collaterali dei trattamenti oncologici durante tutto il percorso di cura, attraverso un approccio personalizzato che associa alle terapie standard trattamenti come l’agopuntura, programmi nutrizionali, la fitoterapia, il qui gong, le tecniche di meditazione.
Giulia qui ha incontrato altre pazienti, e insieme hanno creato Donne in Movimento: “A breve daremo vita a un percorso di ricerca dal basso, partecipato e condiviso tra medici e pazienti”. E sostenuto da donazioni, progetti e crowdfunding: “Oggi le ricerche sono finanziate esclusivamente dalle case farmaceutiche: è un paradosso”, dice ancora Giulia. “Si tratta dei nostri corpi e vogliamo essere protagoniste della ricerca”. Solo “la paziente, in effetti, può dare quei dati esperienziali e assolutamente unici rispetto a una terapia”, spiega Stefano Magno, responsabile del Servizio Terapie Integrate del Gemelli. “Proponiamo di avviare una fase di raccolta di dati empirici e clinici per poter validare in modo rigoroso l’impatto delle terapie integrate nel percorso di cura”.
Già, perché la letteratura scientifica esiste ed è corposa, ma nel nostro paese permane ancora una certa “diffidenza culturale”. “In America più del 60% delle pazienti oncologiche ha il suo percorso di cura e si rivolge a centri dove vengono usate terapie integrate. Nei più grandi centri – il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, l’Anderson Cancer Center di Houston, il Fred Hutchinson Cancer Research Center a Seattle – esistono dipartimenti dedicati”, racconta Riccardo Masetti, direttore del Centro Integrato di Senologia della Fondazione policlinico universitario Gemelli e presidente di Komen Italia. E conferma: “Queste terapie, che non sono in mano alla grande industria farmaceutica, certamente non vengono incoraggiate con eguale attenzione come avviene per i farmaci. Ma sono le persone a chiederle”.