Politica

Caso firme false Palermo, dopo Nuti anche l’imputata Di Vita si autosospende dal gruppo M5s alla Camera

La deputata ha annunciato il passo indietro seguendo l'esempio del collega e anticipando l'assemblea dei parlamentari che avrebbe dovuto prendere una posizione sull'argomento. Resta da vedere come si comporterà la terza portavoce che ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio: Claudia Mannino

Dopo Riccardo Nuti, anche la deputata Giulia Di Vita ha deciso di autosospendersi dal gruppo parlamentare M5s alla Camera. Coinvolta nel processo sul caso delle firme false a Palermo, era già stata sospesa nei mesi scorsi, ma aveva continuato a lavorare con i colleghi a Montecitorio. Ora, dopo la richiesta di rinvio a giudizio e dopo che Grillo ha invocato nuove sanzioni contro i parlamentari siciliani imputati, ha deciso di fare un passo di lato e di anticipare l’assemblea dei deputati che avrebbe dovuto decidere la sua sorte. Resta da vedere come si comporterà Claudia Mannino, la terza portavoce coinvolta nella vicenda e che ancora non ha commentato.

“Faccio mie le parole di Riccardo Nuti”, ha detto oggi Giulia Di Vita, “di cui apprezzo infinitamente il gesto che condivido in toto, ho deciso anche io, infatti, di autosospendermi dal gruppo parlamentare per tutta la durata della mia sospensione dal M5s. Ritengo che il gruppo parlamentare del Movimento non debba impiegare tempo ed energie in questo modo, prestando il fianco al sistema politico-mediatico già pronto ad approfittare di occasioni del genere per strumentalizzare qualsiasi cosa e alimentare il solito teatrino messo su per tentare di attaccare il M5s”. Di Vita ha anche detto di voler evitare ai colleghi di doversi esprimere sulla sua posizione: “Capisco”, ha detto, “la difficile posizione in cui si ritroverebbero colleghi al cui fianco lavoro, orgogliosamente da quattro anni, molti dei quali diventati amici, costretti a pronunciarsi su di me”.

Nei giorni scorsi aveva fatto discutere l’intervista di Nuti al Corriere della Sera in cui diceva che il caso “è una montatura organizzata nel Movimento”. Ora Di Vita ci tiene a sottolineare che rispetta il lavoro degli inquirenti: “Come sempre detto, mi affido alla magistratura per provare definitivamente la mia estraneità ai fatti di cui vengo accusata, nel frattempo resta immutato, se non rafforzato, il mio costante impegno politico ispirato ai principi del Movimento 5 Stelle in cui non ho mai smesso di credere da 10 anni a questa parte, rispettandone sempre le regole”.

Infine Di Vita ha ribadito che continuerà a restituire parte dello stipendio: “Continuerò naturalmente a restituire parte dello stipendio destinandolo al fondo, gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico, dedicato al microcredito e a cui ho già versato oltre 215.000 euro da inizio legislatura ad oggi. Allo stesso modo continuerà imperterrita la mia azione politica, a livello nazionale e territoriale, continuerò a farmi portavoce dei bisogni dei cittadini, specie di coloro che una voce non ce l’hanno, a cui ho sempre dedicato gran parte del mio lavoro. Grazie per l’immenso sostegno dimostrato ancora in questi giorni, ne sono onorata”.