Dopo Pronto... Raffaella, Pronto chi gioca? e varie edizioni di Domenica in, aveva ideato e scritto trasmissioni quali Non è la Rai e Macao
Addio a un personaggio storico del mondo della televisione e della radio italiana. Gianni Boncompagni, 84 anni, è morto. L’autore e regista televisivo era nato ad Arezzo il 13 maggio del 1932. Dopo una esperienza in Svezia, nel 1964 era entrato in Rai come autore e conduttore radiofonico. Tantissimi i programmi amati e che ancora oggi rappresentano un esempio di buona televisione e radio. Tra i tanti bisogna ricordare Bandiera gialla e Alto gradimento entrambi realizzati in coppia con un altro mito come Renzo Arbore. Ma anche Chiamate Roma 3131. Con Bandiera Gialla i due autori sdoganarono la musica internazionale, il jazz e il blues e venne valorizzata la nuova musica nazionale e Alto gradimento resta un esempio di sua satira irriverente rigorosamente dal vivo, con i surreali Giorgio Bracardi e Mario Marenco.
Bandiera Gialla e il Piper
“Avevamo inventato i giovani, categoria che non era considerata – aveva detto due anni fa per festeggiare i 50 anni di Bandiera Gialla – Prima i programmatori erano anziani … noi prendevamo i pezzi nuovi e li mettevamo in gara tra loro”. I “pezzi nuovi” erano quelli provenienti dalla Swingin’ London e dall’America, ma il programma è stato decisivo per lanciare la nuova scena italiana: da Lucio Battisti a Patty Pravo, da Fausto Leali alla scena dei gruppi, Equipe ’84, Rokes tutti sono passati da li. Tra le invenzioni del duo Arbore-Boncompagni il cambiamento
di significato della parola Beat: fino ad allora connotava l’universo legato a Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti e compagni, dopo “Bandiera Gialla” diventò il termine che definiva in senso generale la nuova cultura giovanile, dalla minigonna alla musica, dalle nuove acconciature ai modi di vestire, proteste comprese. A fare la differenza era anche il pubblico: 40 minorenni scelti tra figli di dirigenti Rai e frequentatori del Piper, il locale di Roma che è stato il punto di riferimento e il simbolo della stagione raccontata dal programma. I ragazzi partecipavano attivamente, erano vestiti alla moda, cantavano, ballavano, erano direttamente coinvolti nello spettacolo: tra di loro c’erano anche Renato Zero, Mita Medici, Giancarlo Magalli, Valeria Ciangottini, Clemente Mimun, Barbara Palombelli.
Da Pronto Raffaella a Non è la Rai
Boncompagni non ha lavorato solo nel servizio pubblico ma anche in Mediaset). Dopo Pronto… Raffaella, Pronto chi gioca? con Enrica Bonaccorti e varie edizioni di Domenica in. Per Mediaset realizza Primadonna condotto da Eva Robin’s e soprattutto Non è la Rai, programma con cui lancia Ambra Angiolini che in una intervista al FattoQuotidiano.it lo aveva definito “maestro di vita”. Tornato alla Rai, nel 1996-97 è autore e regista di Macao (con Alba Parietti) e Macao 2. Nel 2002 il rilancio con Piero Chiambretti (Chiambretti c’è’). Tra il 2007 e il 2008 dirige e conduce Bombay su La7. Nel 2008 è autore del programma condotto da Raffaella Carrà Carramba che fortuna in onda su Rai1. È passato per il padre di veline e letterine: “Noi le abbiamo anticipate, infatti Antonio Ricci ci seguiva moltissimo e ci ha sempre tributato gli onori della primogenitura”, disse in un’intervist. Boncompagni è stato anche un noto paroliere: tra le canzoni che ha scritto si ricordano Il mondo (per Jimmy Fontana), Ragazzo triste (per Patty Pravo) e tutte le principali hit di Raffaella Carrà.
“Dei miei programmi? Salvo soprattutto Macao e Pronto Raffaella?”
Per i 60 anni della tv nel 2014 Boncompagni disse che per lui “il volto” della televisione sarebbe rimasto “sempre Mina. Ero in Svezia dove ho abitato per dieci anni – aveva rivelato – Lì la tv esisteva già da tempo e lì iniziai a fare le mie prime cose. Tornai in Italia nel ’60 e gia’ nel ’62 ricordo che con Renzo Arbore e Pippo Baudo stavamo sempre a Piazza del Popolo, al bar davanti alla direzione generale della Rai, ad aspettare che ci chiamasse qualcuno. Entrammo come maestri programmatori alla radio, poi ci fu la giuria di Canzonissima e l’azzardo di quella gag in cui Bracardi (nei panni del leggendario uccello preistorico Scarpantibus ndr) lanciava rotoli di carta igienica da dentro una capanna. Un oltraggio che pagammo carissimo. Giovanni Salvi, l’ex direttore generale, ci ‘eliminò’ per tre anni dalla tv”.
“Dei miei programmi – aveva detto – salvo soprattutto Macao, molto moderno per l’epoca. E poi Pronto Raffaella?, che aprì le trasmissioni del mezzogiorno e dopo una settimana raggiunse i 14 milioni di spettatori. Un boom oggi incredibile. Fu merito anche del gioco del barattolo con i fagioli: lo copiai da una di queste terribili tv private. Capii subito che avrebbe funzionato e Raffaella si fidò”.
Arbore: “Amicizia provvidenziale”
“La nostra amicizia è nata quando avevamo all’incirca 25 anni. Un’amicizia non conclusa ora che eravamo più vicini agli Ottanta che ai Settanta come diceva sempre lui con il suo straordinario spirito toscano – dice Renzo Arbore – Per me è stata un’amicizia provvidenziale spero lo sia stato anche per lui. Ci conoscemmo ai tempi di quando frequentavamo il corso di maestro programmatore, eravamo compagni di banco. Aveva una visione moderna della vita, un senso d’umorismo all’avanguardia. Una visione che lo ha portato a rivoluzionare la radio e la tv. Spero di essergli stato utile con il mio atteggiamento più riflessivo e romantico ma altrettanto teso a rivoluzionare la radio e la tv”. “L’intelligenza, l’allegria e l’ironia di Gianni Boncompagni, ci mancheranno tantissimo…” scritta su Twitter Fabio Fazio. “A Gianni Boncompagni andrebbe data una medaglia della televisione – commenta Alba Parietti – Gianni è stato il mio scopritore a tutti gli effetti mi ha lanciata nel 1982 con ‘Galassia 2′” e poi “mi ha dato la possibilità di fare il programma clut della mia viata che è stato Macao. Era un eccezionale autore e regista ma soprattutto era un vero e proprio talent scout“, aggiunge la conduttrice, anche se “non era per niente facile lavorare con lui, perchè aveva un carattere estremamnete introverso: o ti adorava o quasi non ti rivolgeva la parola”. L’aspetto straordinario, però, era che “ti dava la possibilità di avere il meglio a livello televisivo e poi ti lasciava a briglia sciolta”, prosegue Parietti. “Era un vero e proprio genio della televisione”.