"Il mio modo di affrontare quel dolore era nascondere la testa nella sabbia, evitando di pensare a lei, perché come avrebbe potuto aiutarmi? Pensare a lei mi avrebbe solo fatto sentire triste e non l'avrebbe riportata in vita". Ma "aver messo sotto chiave le emozioni per 20 anni ha avuto un effetto devastante" non solo sulla sua "vita personale, ma anche sul lavoro", al punto di "essere stato quasi vicino ad un crollo nervoso in varie occasioni"
Aveva solo 12 anni quando sua madre, Lady Diana, morì in un tragico incidente d’auto a Parigi, e per oltre due decenni il principe Harry ha cancellato il dolore per non esserne sopraffatto, rimuovendo la morte della madre dalla sua mente. Poi, finalmente, ha accettato di ricorrere all’aiuto di un terapista ed è riuscito a elaborare il lutto. “Il mio modo di affrontare quel dolore – ha rivelato al Telegraph – era nascondere la testa nella sabbia, evitando di pensare a lei, perché come avrebbe potuto aiutarmi? Pensare a lei mi avrebbe solo fatto sentire triste e non l’avrebbe riportata in vita“. Ma “aver messo sotto chiave le emozioni per 20 anni ha avuto un effetto devastante” non solo sulla sua “vita personale, ma anche sul lavoro”, al punto di “essere stato quasi vicino ad un crollo nervoso in varie occasioni”.
“Non lasciare mai che le tue emozioni facciano parte di qualcosa” era il suo motto negli anni in cui finiva sui tabloid per i suoi eccessi. Aveva addirittura iniziato a praticare boxe perché era diventato aggressivo, e lo sport “mi ha aiutato molto perché ero sul punto di prendere a pugni qualcuno”. Con il senno di poi Harry, quinto in linea di successione al trono, ammette che nascondere i problemi e le emozioni “non fa altro che peggiorare le cose anche per gli altri, perché tu stesso diventi un problema. Io ero un problema”.
E poi, all’improvviso, “tutto il dolore che non avevo mai elaborato è venuto fuori”, e “non sapevo cosa ci fosse di sbagliato in me”. Sono stati “due anni di caos totale” prima che il fratello maggiore William riuscisse a convincerlo a farsi aiutare da un terapista, dicendogli che doveva “affrontare questa cosa” perché “non è normale fingere che nulla ti abbia toccato”. A 28 anni si è quindi deciso a chiedere aiuto, e adesso dice di stare meglio. “Ora riesco a prendere sul serio il mio lavoro e la mia vita privata – ha raccontato al quotidiano britannico – così come riesco a mettere sangue, sudore e lacrime in cose che fanno la differenza e che penso faranno la differenza per tutti gli altri”. Insieme a William e alla cognata Kate, infatti, Harry è impegnato nella campagna Heads Together per la cura del disordini mentali, e tra le iniziative per la raccolta di fondi c’è anche la Maratona di Londra.