Né con Putin né con Trump, in difesa della sovranità italiana e contro i trattati Ttip e Ceta. La Nato? Dentro solo se viene riformata. Il Movimento 5 stelle ha presentato ufficialmente a Montecitorio il programma esteri votato in rete dagli utenti e già anticipato sul blog di Beppe Grillo nei giorni scorsi. “Siamo stati associati al fronte trumpista solo per ave difeso la sovranità del popolo Usa e difeso l’esito elezioni”, ha detto il deputato Alessandro Di Battista. “E non siamo filo Putin perché sosteniamo la necessità di un dialogo con la Federazione russa soprattutto in chiave antiterrorismo. Il M5s porta vanti questa battaglia ed è avvilente che per qualcuno parlare di pace, disarmo e rispetto della Costituzione venga considerato utopia, come se si potesse parlare di politica estera solo parlando di guerra e bombe”. I 5 Stelle, hanno ribadito i parlamentari del Movimento, “non amano parlare di Trump e di Putin ma di Russia e Usa. Noi crediamo in multilateralismo reale: ci sentiamo portavoce dei cittadini e come tali dobbiamo fare gli interessi del popolo italiano” e “le sanzioni alla Russia per come sono articolate sono un ostacolo all’economia del nostro Paese e non servono a colpire Putin così come non hanno funzionato le sanzioni su Assad”.
Dopo il voto di 23 mila iscritti, il M5s ha rilanciato il suo programma elettorale in politica estera per dimostrare anche quanto sia cresciuto il Movimento in questi 4 anni di politica dentro le istituzioni. “Siamo cittadini che 4 anni fa non stavano neppure nei consigli comunali, che ora fanno un programma di politica estera e che hanno ambasciatori europei e non che ci cercano e ci vogliono parlare”, ha detto Di Battista. “Siamo nati come Movimento per portare avanti il concetto di sovranità e perché avevamo predetto la fine degli attuali partiti”. Il nostro programma, intende dire, non è insomma “pura utopia, come quegli analisti che non hanno azzeccato neppure uno degli avvenimenti politici che hanno fatto storia negli ultimi anni, si sono affrettati a bollare”.
Soprattutto dopo l’incontro di Ivrea, il Movimento ha rivendicato insomma una sua “visione” che non vuole essere solo la somma di una serie di idee sul futuro. “Il nostro programma segue come direttrice l’interconnessione con altri programmi, come ad esempio la politica estera e quella energetica con i riflessi che comporta l’obiettivo dell’abbandono delle fonti fossili”, ha spiegato Manlio Di Stefano. “Il Ms5 porta avanti la sovranità, perché siamo un grande Paese e perché l’Unione europea si sta smantellando da sola” avvertono i 5 Stelle ribadendo, ad esempio, il danno arrecato all’economia italiana per le sanzioni alla Russia “con cui vogliamo dialogare – hanno rimarcato -soprattutto in chiave antiterrorismo”. Il M5s “vuole difendere i propri confini e se saremo forza di governo ritireremo le nostre truppe dall’Afghanistan“, ha avvertito Di Battista: “Crediamo nel disarmo e lo diremo chiaramente alle autorità Usa e Russe”.
Tra le priorità espresse dagli iscritti che hanno votato i 10 punti del programma estero, tuttavia, sono le questioni economiche quelle che interessano di più: contrasto ai trattati internazionali come TTIP e CETA; sovranità e indipendenza; no all’austerità. Non rientra però l’euro tra gli argomenti del programma esteri, nonostante l’avvio del dibattito in rete sia stato proprio propiziato dal contributo del prof Gennaro Zezza sull’introduzione della moneta fiscale: “Ne parlano i colleghi della commissione Finanze”, hanno tagliato corto i 5 Stelle.
Mondo
M5s, programma esteri. Di Battista: “Né con Putin né con Trump. Noi crediamo nel multilateralismo reale”
I grillini in una conferenza stampa a Montecitorio hanno illustrato i dieci punti più votati dagli iscritti in rete e difeso il loro approccio. I deputati: "Avvilente che per qualcuno parlare di pace, disarmo e rispetto della Costituzione venga considerato utopia"
Né con Putin né con Trump, in difesa della sovranità italiana e contro i trattati Ttip e Ceta. La Nato? Dentro solo se viene riformata. Il Movimento 5 stelle ha presentato ufficialmente a Montecitorio il programma esteri votato in rete dagli utenti e già anticipato sul blog di Beppe Grillo nei giorni scorsi. “Siamo stati associati al fronte trumpista solo per ave difeso la sovranità del popolo Usa e difeso l’esito elezioni”, ha detto il deputato Alessandro Di Battista. “E non siamo filo Putin perché sosteniamo la necessità di un dialogo con la Federazione russa soprattutto in chiave antiterrorismo. Il M5s porta vanti questa battaglia ed è avvilente che per qualcuno parlare di pace, disarmo e rispetto della Costituzione venga considerato utopia, come se si potesse parlare di politica estera solo parlando di guerra e bombe”. I 5 Stelle, hanno ribadito i parlamentari del Movimento, “non amano parlare di Trump e di Putin ma di Russia e Usa. Noi crediamo in multilateralismo reale: ci sentiamo portavoce dei cittadini e come tali dobbiamo fare gli interessi del popolo italiano” e “le sanzioni alla Russia per come sono articolate sono un ostacolo all’economia del nostro Paese e non servono a colpire Putin così come non hanno funzionato le sanzioni su Assad”.
Dopo il voto di 23 mila iscritti, il M5s ha rilanciato il suo programma elettorale in politica estera per dimostrare anche quanto sia cresciuto il Movimento in questi 4 anni di politica dentro le istituzioni. “Siamo cittadini che 4 anni fa non stavano neppure nei consigli comunali, che ora fanno un programma di politica estera e che hanno ambasciatori europei e non che ci cercano e ci vogliono parlare”, ha detto Di Battista. “Siamo nati come Movimento per portare avanti il concetto di sovranità e perché avevamo predetto la fine degli attuali partiti”. Il nostro programma, intende dire, non è insomma “pura utopia, come quegli analisti che non hanno azzeccato neppure uno degli avvenimenti politici che hanno fatto storia negli ultimi anni, si sono affrettati a bollare”.
Soprattutto dopo l’incontro di Ivrea, il Movimento ha rivendicato insomma una sua “visione” che non vuole essere solo la somma di una serie di idee sul futuro. “Il nostro programma segue come direttrice l’interconnessione con altri programmi, come ad esempio la politica estera e quella energetica con i riflessi che comporta l’obiettivo dell’abbandono delle fonti fossili”, ha spiegato Manlio Di Stefano. “Il Ms5 porta avanti la sovranità, perché siamo un grande Paese e perché l’Unione europea si sta smantellando da sola” avvertono i 5 Stelle ribadendo, ad esempio, il danno arrecato all’economia italiana per le sanzioni alla Russia “con cui vogliamo dialogare – hanno rimarcato -soprattutto in chiave antiterrorismo”. Il M5s “vuole difendere i propri confini e se saremo forza di governo ritireremo le nostre truppe dall’Afghanistan“, ha avvertito Di Battista: “Crediamo nel disarmo e lo diremo chiaramente alle autorità Usa e Russe”.
Tra le priorità espresse dagli iscritti che hanno votato i 10 punti del programma estero, tuttavia, sono le questioni economiche quelle che interessano di più: contrasto ai trattati internazionali come TTIP e CETA; sovranità e indipendenza; no all’austerità. Non rientra però l’euro tra gli argomenti del programma esteri, nonostante l’avvio del dibattito in rete sia stato proprio propiziato dal contributo del prof Gennaro Zezza sull’introduzione della moneta fiscale: “Ne parlano i colleghi della commissione Finanze”, hanno tagliato corto i 5 Stelle.
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Politica
Meloni legge in Aula il Manifesto di Ventotene: “Non è la mia Europa”. Opposizioni protestano, caos e seduta sospesa. Lei: “Non ho tempo per la lotta nel fango”
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Il libro bianco per la difesa Ue: obbligo di “buy European” con i prestiti finanziati da eurobond
Roma, 19 mar (Adnkronos) - Il Manifesto di Ventotene, al centro delle polemiche alla Camera dei deputati dopo le parole di Giorgia Meloni in aula, risale al 1941 ed è considerato uno dei testi fondanti dell'Unione europea. Scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante l’inverno del '41, nei giorni del confino disposto per gli esponenti antifascisti come Sandro Pertini, Luigi Longo, Umberto Terracini, Pietro Secchia, Eugenio Colorni, ha come titolo completo 'Il manifesto per un’Europa libera ed unita'.
Il valore riconosciuto al documento è quello di aver introdotto un paradigma inedito sull'Europa, quello di un continente realmente unificato. Partendo dall'idea di Federazione europea che già circolava da tempo, gli autori analizzano le cause che avevano portato alle due guerre mondiali indicando una prospettiva europea opposta a quella dell'equilibrio tra Stati-Nazione ma, piuttosto, basata su una interdipendenza tra Stati sovrani.
Al Manifesto hanno dato il loro contributo diversi intellettuali, a partire dall'ebreo socialista Colorni, che poi ne curò la pubblicazione. Mentre fu l'impegno di alcune donne come Ursula Hirschmann e Ada Rossi a far conoscere e diffondere il testo nel resto d'Italia. Il Manifesto è diviso in tre parti, 'La crisi della civiltà moderna', 'Compiti del dopoguerra. L'unità europea' e 'Compiti del dopoguerra. La riforma della società'.
(Adnkronos) - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al 40° seminario per la formazione federalista europea in occasione dell’80° anniversario del Manifesto di Ventotene, nell'agosto del 2021, aveva spiegato: "Credo che bisogna pensare al contesto in cui nasce il Manifesto che era questo, per rendersi conto di che cosa intendono dire a noi ancora – oltre che ai loro contemporanei - Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni con il Manifesto. Chiedendo a tutti quanti, esortando tutti quanti, a vigilare in difesa della democrazia contro le derive che mettono in pericolo la libertà".
Il capo dello Stato, definendo il Manifesto "un punto di riferimento", aveva proseguito: "Questi insegnamenti e lezioni sono senza scadenza, senza tempo, che erano allora richiesti ed espressi con una grande fede nella libertà, la fiducia nel corso della storia e anche il coraggio di posizioni di assoluta avanguardia. Sono queste lezioni senza scadenza temporale che parlano anche a noi, con grande attualità, in questo periodo in cui siamo investiti da sfide globali impegnative, difficili, e da tante realtà di distruzione. Quella sollecitazione a difendere la libertà e la democrazia, che allora veniva fatta in quelle condizioni, in quel contesto così difficile che richiedeva coraggio e determinazione, vale ancora oggi pienamente".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Dice che l’Europa del manifesto di Ventotene, scritto da antifascisti al confino, non è la sua Europa, non è l’Europa che vuole. Forse perché quel manifesto si intitolava 'Per un’Europa libera e forte'? Cosa non vuole Giorgia Meloni, quindi? l’Europa libera? L’Europa forte?". Così sui social Simona Malpezzi, senatrice del Pd.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "È incredibile e gravissimo quello che è successo poco fa nell’Aula del Parlamento". Così la deputata dem, Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico.
"La presidente del Consiglio in uno dei passaggi forse più dedicati della nostra storia recente, quando deve andare in Consiglio Europeo dove posizionare l'Italia su quello che sta accadendo, su una richiesta di nuova protezione dell'Italia, su una posizione che dobbiamo prendere rispetto alle scelte di Trump e rispetto alle guerre che continuano sia in Ucraina che nel Medio Oriente, di fronte a tutto questo ha pensato bene di irridere la nostra Costituzione, la nostra storia, l'Europa stessa".
"Meloni ha mistificato la realtà, ha ancora una volta strumentalmente e in modo truffaldino utilizzato proprio il manifesto di Ventotene per fare una caricatura, per insultare quegli uomini e quelle donne che hanno perso anche la vita per combattere i nazionalismi e il nazifascismo e per permetterci di vivere in un’Europa libera. Veramente una vergogna, non ha il minimo senso delle istituzioni. Presidente, non si può riscrivere la storia".
Roma, 19 mar. -(Adnkronos) - "Il costo della batteria ad oggi rappresenta fino al 45% del costo totale di un veicolo elettrico. Oggi sono attive 263 Gigafactory in tutto il mondo: 214 sono localizzate in Cina, solo 13 in Europa. Le aziende cinesi hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia". Lo sottolinea il presidente di Stellantis John Elkann, nell'audizione informale presso le Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato, facendo il punto sui problemi del mercato automobilistico.
"I produttori automobilistici europei - ricorda - stanno affrontando uno svantaggio strutturale rispetto ai loro concorrenti cinesi, pari al 40% del costo manifatturiero complessivo. In particolare, i prezzi dell'energia di paesi produttori di auto europei risultano 5 volte più alti di quelli cinesi. Bisogna inoltre rammentare che per quanto riguarda una Gigafactory, il consumo di energia necessario è 10 volte superiore a quello di uno stabilimento produttivo di autovetture". "Per questa ragione - auspica - l’Europa dovrebbe far scendere i prezzi dell’energia a valori competitivi globali e di mantenerli a livelli costanti e prevedibili".
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - "A proposito delle ultime piogge che, per fortuna, hanno risparmiato Firenze, non solo per l'utilizzo dello scolmatore, ma anche per la scarsa piovosità al Nord del capoluogo nel Val d'Arno e Alto casentino, il governo si permette di suggerire alla Regione e al comune di Pisa l'opportunità di procedere al completamento dello scolmatore e consentirgli la portata stabilita nel progetto originario. D'intesa con Regione e Comune di Pisa si valuterebbe la possibilità di uno specifico finanziamento". Così il ministro per la Protezione civile nel corso del Question time alla Camera dei deputati.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Spinelli, scusala. Ai tempi sarebbe stata dalla parte di chi ti ha mandato al confino". Lo scrive l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran, postando una foto di Altiero Spinelli.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La lettura del manifesto di Ventotene da parte di Giorgia Meloni oggi è stata una provocazione, quando utilizza certe modalità si dimentica di essere la presidente del Consiglio e torna ad essere militante del suo partito". Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, l'ex presidente Pd e ministra Rosy Bindi, intervistata da Giorgio Lauro e Marisa Laurito.