“Annulla le decisioni di primo e secondo grado endofederali e rinvia al giudice di primo grado”. Il Collegio di Garanzia del Coni restituisce gli scudetti alla Mens Sana Siena e annulla le squalifiche di Ferdinando Minucci e degli altri dirigenti della squadra toscana, che dominò il campionato italiano di basket negli anni di sponsorizzazione del Monte dei Paschi.

La quarta sezione della ‘cassazione’ sportiva ha accolto le impugnazioni presentate dagli avvocati e ha rimandato nuovamente alla Fip ogni decisione sulla revoca dei titoli. Il processo è quindi completamente da rifare e i tricolori conquistati nelle stagioni 2011/12 e 2012/13, più le Coppa Italia 2012 e 2013 e la Supercoppa 2013 tornano nelle mani del club biancoverde. Cancellate anche le sanzioni contro l’ex presidente e direttore generale Minucci, la segretaria del club Olga Finetti, l’ex vice-presidente Paola Serpi, l’ex ad Luca Anselmi e Cesare Lazzeroni, presidente tra il dicembre 2012 e il febbraio 2014.

Lo scorso 7 ottobre, il Tribunale federale della Federazione nazionale pallacanestro aveva cancellato gli scudetti e gli altri trofei alla Mens Sana, oltre a infliggere pesanti squalifiche – solo parzialmente riformate in secondo grado – ai dirigenti, fino alla radiazione di Minucci, Finetti e Serpi. Il processo sportivo era partito dopo il fallimento della società e l’inchiesta penale Time Out della procura di Siena che aveva scoperchiato il presunto modus operandi interno alla società che per quasi un decennio aveva dominato la pallacanestro italiana.

Secondo quanto avevano accertato i giudici della Fip “la sistematica indicazione nei bilanci societari, da parte degli amministratori della Mens Sana, di elementi non rispondenti alla realtà” oltre a “cagionare il dissesto della società stessa” determinava “per quanto interessa in questa sede non solo la retrocessione in nero di somme di denaro”, ma soprattutto “la falsificazione e l’inesistenza dei requisiti necessari ed indispensabili per l’iscrizione ai campionati federali”.

Siena, insomma, non avrebbe dovuto partecipare a quei campionati che poi vinse. Secondo i giudici, ci riuscì grazie alla falsificazione dei bilanci e a quel “sistema”, così lo definì il tribunale nelle motivazioni, che vedeva a capo l’ex dg Minucci, per il quale la procura di Siena ha chiesto il rinvio a giudizio assieme ad altre 13 persone nell’inchiesta Time Out. A febbraio si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup Roberta Malavasi, continuata nelle scorse settimane tra difetti di notifica e decisioni riguardanti le costituzioni di parti civile. Molti imputati – pare – potrebbero optare per i riti alternativi. Il processo penale è ancora agli albori. Adesso, di nuovo, anche quello sportivo. Per capire il motivo, bisognerà attendere le motivazioni del Collegio di garanzia del Coni attese entro 60 giorni.

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