Il processo agli ex vertici di Banca Mps resta a Milano. I giudici del Tribunale del capoluogo lombardo, nell’ambito del processo a carico di 16 imputati tra cui gli ex vertici di Rocca Salimbeni, hanno infatti rigettato le eccezioni preliminari sollevate dalle difese, fra cui quella di incompetenza territoriale che aveva come scopo far trasferire il procedimento dal capoluogo regionale lombardo a Siena.
Inoltre la Procura di Milano contesta di nuovo l’aggravante della transnazionalità legata all’operazione Santorini e in questo modo cerca di allungare di sei anni la prescrizione del reato. Nel corso del dibattimento, dopo che i giudici hanno rigettato tutte le eccezioni avanzate dalle difese, il pm Stefano Civardi, ricordando che l’aggravante era stata esclusa in udienza preliminare, ha contestato a 10 persone fisiche, a Deutsche Bank e DB Ag London branch la transnazionalità sostenendo che il reato di manipolazione del mercato relativo a Santorini sarebbe stato commesso “con il contributo di un gruppo criminale organizzato operante in più Stati” per ottenere “vantaggi” economici e fiscali “in più giurisdizioni”. Il Tribunale, che si dovrà esprimere sull’aggravante, ha dato termine alle difese per sollevare eccezioni alla contestazione suppletiva.
Il pubblico ministero, nel contestare l’aggravante che il gup Livio Cristofano aveva escluso al termine dell’udienza preliminare, ha depositato anche una informativa relativa ai procedimenti penali e amministrativi aperti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti nei confronti dei manager che hanno ristrutturato il derivato Santorini.
Per l’operazione, che secondo l’accusa tra il 2008 e il 2009 avrebbe coperto in modo irregolare il buco di bilancio di 367 milioni che gravava su Rocca Salimbeni, rispondono gli ex vertici di Mps, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini, l’allora responsabile Alm (asset liabilities management) Marco Di Santo, sei dirigenti, cinque dei quali ex dipendenti, dell’istituto di credito tedesco tra cui Ivor Dunbar ex capo dei global capital markets e Michele Faissola ai tempi capo dell’unità global rates di Deutsche.
I giudici hanno aggiornato il processo al prossimo 16 maggio. Se dovesse essere modificata l’imputazione con l’aggravante della transnazionalità non solo la prescrizione del reato si allungherebbe di 6 anni ma il processo verrebbe radicato definitivamente a Milano. Il collegio giudicante ha anche rigettato l’istanza di traduzione degli atti in lingua italiana che se accolta avrebbe potuto incidere sui tempi del processo, allungandoli.