Tempi duri, quelli che verranno, per chi usa il cellulare mentre guida. La “punizione” prevista sarà infatti la sospensione della patente per un periodo compreso tra uno e tre mesi, già alla prima violazione. Non come sanzione accessoria in caso di reiterazione del comportamento non regolamentare, come accade oggi. In aggiunta saranno previste multe più salate rispetto alle attuali, che vanno dai 160 ai 646 euro e prevedono anche la decurtazione di cinque punti dalla licenza di guida.
Come anticipato qualche mese fa, in tempi che non si prospettano troppo lunghi si va dunque verso provvedimenti più severi che saranno inseriti nel nuovo Codice della Strada, ma potrebbero anche essere introdotti “con un decreto legge già dal mese di maggio“, come ventilato dal vice ministro dei trasporti Riccardo Nencini. Un’accelerazione che ricalcherebbe quanto già successo nel caso della legge sull’omicidio stradale: non si riusciva ad approvarla in tempi brevi, così l’esecutivo precedente decise di utilizzare lo strumento del decreto legge, appunto.
I requisiti d’urgenza ci sono tutti, considerando che tre automobilisti su quattro usano impropriamente lo smartphone mentre sono al volante. Il che ha contribuito all’aumento dell’1% delle vittime causate da incidenti stradali, dal momento che la distrazione è la prima causa dei sinistri. In particolare, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha spiegato che “l’80% degli incidenti gravi deriva dall’uso del cellulare alla guida”.
Una pratica sempre più diffusa, dunque. Come testimonia anche l’aumento di quasi il 21% delle multe rispetto all’anno passato nel 2015, stagione in cui hanno toccato quota cinquantamila. Chissà se l’inasprimento delle azioni punitive, finalmente, farà capire che messaggiare, telefonare, navigare sul web e utilizzare i social mentre si guida è una roba assai pericolosa. Per sè e per gli altri.