Cronaca

Area C, Roma si prepara. Enrico Stefano: ‘Partiremo entro metà 2018, con offerta maggiore sul trasporto pubblico’

L'annuncio del presidente della Commissione Mobilità durante un convegno sul Car Pooling. Il modello è molto simile a quello già attivo a Milano: prevede in un’area che equivale ad un centro cittadino allargato (nel caso capitolino si parla di “anello ferroviario”), l’introduzione di un pedaggio per gli autoveicoli privati con differente applicazione a seconda dello status di residenza, delle caratteristiche del veicolo o all’appartenenza ad alcune categorie che possono essere più o meno esentate

Nel 2018 anche la città di Roma avrà la sua Congestion Charge Zone, meglio nota come “Area C”. Ad annunciarlo è stato ieri mattina il presidente della Commissione capitolina Mobilità, Enrico Stefano, durante un convegno sul Car Pooling organizzato dalla società Moovit. Il modello allo studio dell’amministrazione pentastellata è molto simile a quello già attivo a Milano, voluto dall’ex sindaca Letizia Moratti. Questo prevede, in relazione ad un’area che equivale ad un centro cittadino allargato (nel caso capitolino si parla di “anello ferroviario”), l’introduzione di un pedaggio per gli autoveicoli privati con differente applicazione a seconda dello status di residenza, delle caratteristiche del veicolo o all’appartenenza ad alcune categorie che possono essere più o meno esentate. “Pensiamo di riuscire a partire per la metà 2018 – ha spiegato Stefano a margine dell’evento – quando saremo in grado di dare un’offerta maggiore sul trasporto pubblico grazie alla Metro C San Giovanni, ad alcuni cantieri di tram che potrebbero partire prossimamente e all’acquisto dei 2000 nuovi bus”. Di fatto, è la prima volta che un esponente autorevole dell’amministrazione guidata da Virginia Raggi individua una tempistica per quello che era rimasto solo una sorta di proposta sulla carta. L’idea era nata da un’intuizione dell’ex assessore Guido Improta – durante la consiliatura del sindaco Ignazio Marino – ed era stata inserita nel Piano Generale del Traffico Urbano approvato nel 2015, sebbene avesse fatto arrabbiare molto gli automobilisti, una parte dei commercianti e, in maniera bipartisan, molti esponenti politici municipali. Polemiche che avevano portato la classe politica a valutare l’accantonamento del progetto.

IL SISTEMA DEI BONUS MOBILITÀ
La complessità dell’intervento lascia presagire un’ampia discussione nelle settimane a venire, con possibile modifica dei dettagli. Tuttavia, si può già dire che al centro del piano presente sulla scrivania dell’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, ci sono i cosiddetti “Bonus Mobilità”. Ai “soggetti residenti o dimoranti all’interno del territorio di Roma Capitale” verrà assegnato un plafond di 150 bonus annui, terminati i quali l’ingresso nell’area della Congestion Charge costerà 1, 2 o 3 euro a seconda della classe ecologica del veicolo; al momento – ma ci sono già state molte richieste di revisione – il progetto prevede che nell’ora di punta mattutina servano ben 2 bonus per entrare nell’anello. Una scelta che comunque sarebbe meno restrittiva rispetto a quella del Comune di Milano, che per l’Area C concede un massimo di 40 bonus annui (sebbene le dimensioni e l’efficienza del trasporto pubblico del capoluogo milanese siano imparagonabili con la Capitale). “L’elevato numero di bonus annuali – si legge nel piano – di fatto configura questa misura principalmente quale strumento di promozione del mezzo collettivo e dell’uso condiviso dell’autovettura, ed incide sia su chi deve accedere nella Ztl dalle aree esterne sia su chi dall’interno deve uscire dall’Anello ferroviario”. Il Comune di Roma ha già iniziato da mesi l’installazione di telecamere ai confini di questa sorta di ztl allargata – siamo a quota 21, si arriverà a 72 nel corso del 2017 – coincidenti con i varchi elettronici dei pullman turistici.

PROMOZIONE DEL CAR-POOLING
L’obiettivo finale, secondo Enrico Stefano, “è quello di abbattere del 10% la presenza di veicoli privati all’interno dell’anello ferroviario, aumentando la velocità commerciale degli autobus e decongestionando il traffico”. Uno degli strumenti da affiancare al trasporto pubblico locale, oltre al car-sharing, potrebbe appunto essere quello del car-pooling. Con questo sistema, attraverso delle App dedicate – come spiega Samuel Sed Piazza, Country Manager di Moovit – l’utente che sceglie di lasciare a casa l’auto privata trova “un passaggio” e contribuisce con un “rimborso spese” che “non rappresenterà mai un profitto per il conducente, ma un modo per “contribuire a ridurre il congestionamento cittadino”. Secondo Enrico Stefano ci sono i margini per proporre incentivi all’utilizzo di queste tecnologie, magari proprio attraverso sconti sui futuri ingressi nell’anello ferroviario: “Penso anche a dei parcheggi riservati, a degli stalli esclusivi per chi utilizza le automobili in gruppo”, ha confermato. Un progetto, quello del car-pooling, che potrebbe essere ripreso anche dalla società capitolina Roma Servizi per la Mobilità, che lo gestirebbe in autonomia e in alternativa ai privati, come fa già con il car-sharing.