Sono fatti "molto gravi" tuttavia "non risulta" un conflitto tra le due procure di Napoli e Roma - dice detto il vice presidente del Csm Giovanni Legnini in conferenza stampa - È evidente che qualcosa non è andato a Napoli, tant'è che la procura di Roma indaga su fatti che si sono verificati lì"
Nessuna pratica verrà aperta dal Consiglio superiore della magistratura sul presunto scontro tra le procure di Roma e Napoli nell’ambito dell’inchiesta Consip. Questa la decisione a cui sarebbe arrivato il comitato di presidenza del Csm. Una delle motivazioni è quella di evitare “indebite sovrapposizioni e condizionamenti”.
L’ipotesi che ci fosse una qualche forma di conflitto tra le due procure impegnate sul caso degli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione, è nata a seguito della decisione da parte di Roma di aprire un’indagine per fuga di notizie sui carabinieri del Noe e affidare le verifiche al nucleo investigativo di Roma, revocando la delega al Noe. La procura di Napoli aveva invece confermato la “fiducia”. Dieci giorni fa, per il capitano del Noe Giampaolo Scafarto, è stata formalizzata l’accusa di falso per aver alterato alcune informative legate all’indagine. Anche se almeno in un caso si è trattato di un equivoco. E negli stessi giorni in cui la procura capitolina ha fatto fuoco e fiamme contro chi, per mesi, si è occupato delle indagini Consip, i pm di Napoli hanno confermato, anche tramite una nota stampa, tutta la loro fiducia al Nucleo operativo ecologico dell’Arma. Questo ha fatto scattare la richiesta di una verifica da parte del Csm.
Sono fatti “molto gravi” tuttavia “non risulta” un conflitto tra le due procure di Napoli e Roma – dice detto il vice presidente del Csm Giovanni Legnini in conferenza stampa – È evidente che qualcosa non è andato a Napoli, tant’è che la procura di Roma indaga su fatti che si sono verificati lì”.
A chiedere l’apertura di una pratica, la scorsa settimana, il laico del consiglio, Pierantonio Zanettin, per far luce, scriveva su un documento, su “apparati dello Stato in conflitto tra loro”. “Credo che il Csm non possa rimanere inerte – affermava Zanettin mercoledì scorso – e che il suo compito istituzionale sia accertare se il comportamento di singoli possa aver offuscato l’immagine del magistrato, determinando un’incompatibilità ambientale o funzionale“.
Ieri sul caso era intervenuto anche il ministro della Giustizia: “Allo stato non mi pare che ci possa parlare di scontro” aveva detto Andrea Orlando. “Il Csm non ha alcuna facoltà di intervenire direttamente. Se ci sono dei rilievi disciplinari è la procura generale presso la Cassazione e il ministero che intervengono” ha aggiunto, replicando alle dichiarazioni del presidente dell’Anm Eugenio Albamonte. “Non esiste alcuno scontro tra le procure di Roma e Napoli, né tantomeno esiste un caso ‘procura di Napolì” aveva detto ieri, intervistato da Repubblica. “Qui si tratta – aggiunge – solo di un’indagine in corso a Roma a margine della vicenda Consip che servirà a capire se quelli riportati dai giornali sono errori o casi di infedeltà di un ufficiale”. “I fatti in sé, se fosse dimostrata un’intenzione maliziosa da parte di quell’ufficiale, sarebbero gravi e non certo da minimizzare. Ma non coinvolgono la procura che aveva riposto fiducia nelle indagini condotte dal Noe”, aggiunge, e da parte del Consiglio superiore della magistratura “non mi pare ci sia nulla da fare, il Csm si occupa dei magistrati, non della polizia giudiziaria“.