“A palazzo Chigi riunione per fare il punto sui 47 miliardi del Fondo degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Si tratta del cosiddetto Tesoretto, previsto dal Governo precedente con la Legge di Bilancio 2017″. Maria Elena Boschi, ex ministro delle Riforme, oggi sottosegretaria alla presidenza del consiglio, anche in questa occasione non fa mancare il suo appoggio all’ex premier. E, in un post su Facebook, accredita la versione che Matteo Renzi sta ripetendo da una decina di giorni: “Altro che buco“, quello che Paolo Gentiloni deve ora coprire con la manovra correttiva imposta dalla Ue. “Il mio governo ha lasciato un tesoretto da 47 miliardi”. In corsa per tornare alla guida del Pd, il fiorentino l’ha detto per la prima volta il 10 aprile a Porta a Porta, poi l’ha ribadito nella sua enews e a Otto e mezzo su La7. Solo che, su 47 miliardi, 45,1 sono del tutto virtuali. Basta andare a leggersi l’articolo 140 della legge di Bilancio per il 2017, l’ultima del suo esecutivo.
Qualcuno dice che abbiamo lasciato un buco da 3 mld di euro: fake news.
Abbiamo lasciato un tesoretto da 47 mld di euro: vero #portaaporta— Matteo Renzi (@matteorenzi) 10 aprile 2017
Quell’articolo istituisce un “Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese” da usare per interventi in trasporti e viabilità, infrastrutture, ricerca, difesa del suolo, dissesto idrogeologico, edilizia pubblica e privata, innovazione tecnologica, informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria e penitenziaria, prevenzione del rischio sismico. All’epoca fu ribattezzato “fondo Renzi” perché a stabilire come utilizzare i soldi devono essere decreti della Presidenza del consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia.
Il punto, però, è che quel maxi fondo vale sì 47 miliardi (anzi un po’ di più, 47,5), ma spalmati dal 2017 al 2030. E solo i primi 1,9, quelli per l’anno in corso, sono stati effettivamente stanziati con l’ultima manovra. Gli altri – “3,15 miliardi per l’anno 2018, 3,5 per l’anno 2019 e 3 per ciascuno degli anni dal 2020 al 2030” – dovranno ovviamente essere trovati e messi sul piatto anno dopo anno nelle prossime leggi di Bilancio. Se i prossimi governi non troveranno le necessarie coperture non se ne farà nulla.
La Boschi però dà il “Tesoretto” (con la T maiuscola) per garantito e spiega che “si tratta della più alta cifra mai destinata al sostegno degli investimenti pubblici”. Si noti che, per esempio, nel solo 2016 la spesa pubblica per investimenti fissi lordi è stata di 34,7 miliardi, peraltro in calo di 2 miliardi sull’anno prima. “Stiamo lavorando al decreto che il presidente Gentiloni firmerà nei prossimi giorni”, continua comunque l’ex ministra. “È entusiasmante avere una idea coraggiosa e bella di Italia e lavorare tutti insieme per realizzarla. Impegni concreti, soldi stanziati, non chiacchiere“.