“Ora che facciamo avvocato?”. Questo ha chiesto Piera Maggio quando il suo legale le ha dato la notizia: in serata la Cassazione ha confermato l’assoluzione per Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise Pipitone, la bambina di quattro anni scomparsa nel 2004 da Mazara del Vallo (Trapani). Più di dieci anni di processo per rimanere al punto di partenza. Tredici anni senza nessuna notizia di Denise. Jessica Pulizzi, oggi definitivamente prosciolta, era stata assolta in primo e secondo grado dall’accusa di concorso nel sequestro della piccola, nata da una relazione del padre con Piera Maggio. Oggi la V sezione della Corte Suprema, rigettando il ricorso delle parti civili contro il verdetto pronunciato in appello, ha messo la parola fine a un processo che non ha potuto chiarire né in che circostanze sia sparita la piccola, né chi sia stato il responsabile della sua scomparsa. L’unica pista accreditata è sfumata. La conferma dell’assoluzione per la sorellastra di Denise Pipitone emessa due anni fa in Appello è stata chiesta in mattinata dal sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Luigi Orsi per “l’assenza di indizi e prove certe” nei confronti di Jessica Pulizzi. Secondo il procuratore non ci sono elementi per dimostrare “che nei 15 minuti indicati come orario del possibile rapimento Jessica lo abbia effettivamente compiuto”.
LA REAZIONE – Ieri, alla vigilia della sentenza, Piera Maggio, ha pubblicato un post sulla suo profilo Facebook: “Comunque vada, credo fermamente che non ci saranno né vinti né vincitori, solo tanta tristezza! Finché non c’è giustizia non ci sarà mai pace!”. Questa sera, al suo avvocato Giacomo Frazzitta, che ha avuto il compito di darle la notizia, ha chiesto: “Ora che cosa possiamo fare? Non possiamo fermarci!”. “Dobbiamo rispettare questa sentenza, anche se abbiamo un dolore dentro – ha detto il legale a ilfattoquotidiano.it, – bisogna prendere atto che la giustizia è andata avanti in una certa direzione. È chiaro che non condividiamo molte cose: per questa ragione, insieme alle procure, siamo arrivati fino al terzo grado di giudizio”. C’è amarezza e resta un interrogativo: “Ci domandiamo come sia stato possibile arrivare a questa conclusione dopo ben tredici anni” continua Frazzitta. Mentre Piera Maggio è determinata ad andare avanti. Per la giustizia Jessica Pulizzi non potrà più essere processata per lo stesso reato “ma noi non molliamo – aggiunge l’avvocato – continuiamo la ricerca di Denise e continuiamo ad analizzare le carte, le intercettazioni e tutto quanto raccolto in questi anni”.
QUASI TREDICI ANNI DALLA SCOMPARSA – Il prossimo 1 settembre saranno tredici anni che Denise è scomparsa. La piccola, che ha compiuto 15 anni il 26 ottobre scorso, sparì nel nulla poco prima di mezzogiorno mentre stava giocando fuori dalla porta di casa. In un primo momento gli inquirenti seguirono la pista del rapimento da parte di zingari, poi nel 2005 la svolta nelle indagini. Sotto accusa la sorellastra della bambina, che all’epoca aveva 17 anni. Secondo l’accusa la ragazza nutriva un astio profondo nei confronti di Piera Maggio, che aveva avuto una relazione con suo padre, Piero Pulizzi, dalla quale era nata Denise. Tra gli indizi a suo carico l’intercettazione ambientale di una conversazione che Jessica Pulizzi ebbe con la madre negli uffici della polizia, dove aspettativa di essere interrogata. “Io a casa c’a purtai (a casa gliela portai)” disse la ragazza. Si tratta di una frase che gli investigatori hanno interpretato come l’ammissione di un coinvolgimento nel sequestro. Secondo l’accusa Jessica avrebbe portato prima Denise a casa del padre per avere da lui la conferma che fosse la sorella naturale. Non trovandolo, però, avrebbe consegnato la bambina ad altre persone. Mai individuate.
IL PROCESSO – Di fatto Jessica Peluzzi fu rinviata a giudizio per concorso in sequestro di persona, mentre l’ex fidanzato Gaspare Ghaleb fu accusato di false dichiarazioni al pubblico ministero. Il 27 giugno 2013 la ragazza fu assolta dal Tribunale di Marsala. La Procura aveva chiesto 15 anni per lei e 5 anni e 4 mesi per l’ex fidanzato Gaspare Ghaleb, condannato poi a due anni di carcere per aver mentito ai pm, Sabrina Carmazzi e Francesca Rago. Anche Piero Pulizzi, il papà di Jessica e Alice, si era costituito parte civile insieme a Piera Maggio. Nel processo d’appello, un’altra intercettazione ambientale, risalente all’11 ottobre 2004 (40 giorni dopo la sparizione della bambina), sembrò cambiare le carte in tavola. Venne riferita da un perito in aula, davanti alla terza sezione della Corte d’appello, nel dicembre 2014, dopo un lavoro di pulitura dei nastri magnetici. In quella intercettazione Jessica diceva alla sorella minore Alice: “Quanno eramu ‘ncasa, a mamma l’ha uccisa a Denise (quando eravamo a casa, la mamma ha ucciso Denise). La Procura di Marsala aprì un altro fascicolo per omicidio e Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, divenne la principale indiziata. La difesa di Jessica Peluzzi ha sempre obiettato che la conversazione era molto disturbata, tanto da non essere utilizzabile, mentre Alice Pulizzi ha negato in aula di avere mai accusato la madre. Per la quale è stata poi chiesta l’archiviazione.
L’ASSOLUZIONE IN APPELLO. OGGI CONFERMATA – Di fatto, l’assoluzione di secondo grado per Jessica Pulizzi è arrivata il 2 ottobre 2015, con la stessa formula del primo grado: perché le prove sono insufficienti. Il verdetto, emesso dalla corte d’appello di Palermo dopo una breve camera di consiglio, ha confermato la decisione del tribunale di Marsala. Assolta la ragazza, prescrizione per l’ex fidanzato. Nel frattempo, in tutti questi anni, si sono alternati avvistamenti che non hanno portato a nulla e anche false segnalazioni, che hanno aggiunto dolore al dolore. Oggi l’ennesima pagina dolorosa, l’ennesimo capitolo di una vicenda giudiziaria infinita. Che ancora una volta non ha fornito risposte.