Due funzionari del Rina (Registro Navale Italiano) agli arresti domiciliari e due ufficiali della Capitaneria di Porto interdetti dal servizio: sono le misure chieste dalla Procura ed eseguite dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta sulle irregolarità dei certificati per navi e traghetti da parte del Rina. L’inchiesta, condotta dal pm Walter Cotugno e dalla Guardia di Finanza, è una costola di quella sul crollo della Torre Piloti di Genova (7 maggio 2013, 9 morti) abbattuta dal corgo Jolly Nero della compagnia Messina. L’ente di certificazione, società privata genovese che rilascia agli armatori le certificazioni necessarie per la navigazione delle loro flotte, era finito nel mirino degli inquirenti l’anno scorso.
A innescare il dubbio era stato un marittimo ricostruendo con gli inquirenti quanto era avvenuto quattro giorno dopo l’incidente: “Devo dire che non è la prima volta che un motore non parte e non consente di fermare l’abbrivio. Di questo caso si parla perché ci sono stati dei morti ma in molti altri casi è avvenuto anche se non se ne è parlato”. Il pm Walter Cotugno ascolta e si pone una domanda: quante volte è successo a bordo delle navi Jolly? Il magistrato, un anno fa, aveva ricostruito almeno 9 episodi. Sempre a bordo di navi della serie Jolly, sempre per lo stesso motivo: problemi nel riattivare i motori dopo una manovra.
Gli arrestati, Marco Benzi e Giorgio Ceroni, sono due addetti al rilascio delle certificazioni previste per la prevenzione di incidenti in mare. I due ingegneri, incaricati di una pubblica funzione, sono indagati per reati di falso in atti pubblici, anche in via informatica, in relazione al rilascio di certificazioni sia in relazione alla nave Jolly Nero che alla Compagnia di navigazione Ignazio Messina & Co. I fatti riguardano prescrizioni emesse al fine di limitare le conseguenze pericolose di malfunzionamenti del motore principale dello stesso tipo di quelli che hanno portato al disastro della Jolly Nero.
Sono stati notificati due ulteriori inviti a comparire davanti al gip a due ufficiali della Capitaneria di Porto, finiti nel mirino della Procura nel settembre scorso, uno di stanza a Genova ed uno a Napoli. Gli ufficiali erano intervenuti nella verifica addizionale disposta nei confronti della società Ignazio Messina dopo il disastro della Torre Piloti. I fatti riguardano certificazioni rilasciate prima e dopo l’incidente. Il capitano di fregata Marco Noris e il capitano di vascello Antonio Sartorato sono stati interdetti dai pubblici uffici. Le accuse per tutti sono di falso in atto pubblico. In particolare i due ingegneri non avrebbero certificato le anomalie sulla Jolly Nero, la nave che abbattè la Torre Piloti del porto di Genova, e rilasciato false certificazioni in generale per le navi della compagnia Messina. Secondo Il Secolo XIX gli indagati sono 35 gli indagati.
Un ulteriore filone d’indagine riguarda ancora reati di false certificazioni, sempre ad opera di ispettori della sicurezza della navigazione del Rina nell’ambito di verifiche volte al rilascio di documenti/certificati attestanti la corrispondenza dei necessari standard di sicurezza delle navi esaminate ai requisiti previsti dalle normative nazionali ed internazionali. Gli investigatori del Nucleo Operativo di Genova hanno rilevato che, almeno in due casi distinti, le paratie di collisione di navi passeggeri non sono risultate conformi alle norme elaborate dall’Organizzazione Marittima Internazionale (Imo) che descrivono i requisiti minimi di sicurezza previsti dalla convezione Solas (Safety of life at sea). Sono in corso accertamenti anche su ulteriori reati di falso riguardanti altre navi tra le quali la Norman Atlantic.