Il crac ha mandato in fumo i 26,5 milioni di euro di prestito sociale, anche se i 3mila soci prestatori hanno ottenuto un rimborso parziale grazie all'intervento delle coop rosse riunite in Alleanza 3.0
La Procura di Udine ha chiuso le indagini sul crac di CoopCa, la cooperativa friulana finita in concordato preventivo nel 2015 mandando in fumo i 26,5 milioni di euro di prestito sociale. Anche se i 3mila soci prestatori hanno ottenuto un rimborso parziale grazie all’intervento delle coop rosse riunite in Alleanza 3.0. Gli indagati sono 16, tra cui l’ex presidente Giacomo Cortiula, l’ex direttore generale Mauro Veritti e l’ex presidente del collegio sindacale Giancarlo Veritti. Le accuse vanno dalla bancarotta per distrazione all’esercizio abusivo dell’attività bancaria. Questo perché la coop ha superato i paletti fissati dal Testo unico bancario, in base al quale l’ammontare del prestito sociale (che ufficialmente deve servire solo per finanziare l’attività) non può superare il triplo del patrimonio netto consolidato e può arrivare a cinque volte tanto solo se assistito da una fidejussione con una banca.
A Cortiula e a Ermanno Collinassi, ex presidente dell’immobiliare Immobilcoopca detenuta al 100% dalla coop, il procuratore aggiunto Raffaele Tito e il sostituto Elisa Calligaris contestano anche la truffa nei confronti dei soci azionisti. Gli indagati e i loro legali avranno ora a disposizione 20 giorni di tempo per presentare memorie, documenti o chiedere di essere sentiti.