Quattro giorni di sciopero per protestare contro i tagli decisi dall’editore, dopo che anche il direttore si è dimesso. È bufera al settimanale Left, dove l’assemblea di redazione ha proclamato a ampia maggioranza lo stato di agitazione. “Da Matteo Fago, editore del giornale tramite Editoriale novanta, non sono giunte finora, infatti, sufficienti rassicurazioni rispetto all’intenzione, dichiarata già da settimane e anche durante un incontro col sindacato, di procedere con alcuni, non meglio specificati, licenziamenti”, si legge nel comunicato dell’assemblea dei giornalisti.
“La redazione – prosegue la nota – è ben consapevole che per raggiungere gli obiettivi di vendita che garantiscono una sostenibilità economica – finora sempre garantita dall’editore rispetto a bilanci che hanno comunque progressivamente visto diminuire le perdite – servono tempo e l’impegno di tutti. L’opzione della solidarietà, però, che potrebbe tutelare il livello occupazionale, non sembra interessare all’editore. La situazione richiede dunque un segnale dalla redazione: non ci sono le condizioni per lavorare oltre con una minaccia di licenziamenti sulla testa, soprattutto nel momento in cui quei licenziamenti vengono confermati dal direttore”.
Proprio oggi , infatti, Ilaria Bonaccorsi si è dimessa da direttore responsabile del settimanale per non applicare il piano tagli varato dall’editore. “Appreso della necessità di tagli su Left che si concretizzeranno in dei licenziamenti non potendo condividere, posso solo ritenermi la causa di ciò, scusarmi e licenziarmi io stessa dalla carica e da dipendente di Editoriale novanta“, ha scritto Bonaccorsi nella sua lettera di commiato.
“La redazione – prosegue il comunicato sindacale – in attesa di sapere chi assumerà la direzione del giornale e quale sarà la linea, e di avere chiarimenti sulla vicenda occupazionale – che segue un dimezzamento già effettuato della tiratura e l’azzeramento delle collaborazioni – non può dunque che dirsi molto preoccupata. Pertanto l’assemblea di redazione ha proclamato a ampia maggioranza lo stato di agitazione e consegna al fiduciario di redazione un pacchetto di quattro giorni di sciopero”.