Riconosciuto il nesso tra uso scorretto del cellulare e tumore. E a stabilirlo, per la prima volta, è un giudice. La sentenza del Tribunale di Ivrea risale allo scorso 30 marzo, ma soltanto oggi è stata resa nota dagli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone. Sono loro i difensori di Roberto Romeo, dipendente di una grande azienda italiana di 57 anni, al quale è stato diagnosticato il tumore – benigno ma invalidante – dopo che per 15 anni ha usato il cellulare per più di tre ore al giorno senza protezioni.
Il giudice del lavoro del Tribunale di Ivrea, Luca Fadda, ha così condannato l’Inail a corrispondere all’uomo una rendita vitalizia da malattia professionale, che “ha comportato un danno biologico permanente del 23%” e il professor Angelo Levis, nella consulenza prestata in tribunale, ha dichiarato che “sulla base dei criteri elencati nel preambolo delle monografie della Iarc, le emissioni a Rf/Mo dei telefoni mobili (cellulari e cordless) dovrebbero essere classificate nel gruppo 1 dei sicuri cancerogeni per l’uomo”.
“Per la prima volta una sentenza riconosce un nesso tra l’uso scorretto del cellulare e lo sviluppo di un tumore al cervello – spiegano i due avvocati -. Speriamo che la sentenza spinga ad una campagna di sensibilizzazione, che in Italia non c’è ancora”, afferma l’avvocato Stefano Bertone. “Come studio – aggiunge – abbiamo aperto il sito www.neurinomi.info, dove gli utenti possono trovare anche consigli sull’utilizzo corretto del telefonino“.
“Per 15 anni ho utilizzato 3-4 ore al giorno il cellulare, poi, nel 2010, mi sono accorto che avevo l’orecchio tappato – racconta Romeo -. Sono andato dall’otorino e ho scoperto che non era l’orecchio tappato, ma un problema forse di attacco batterico. Ho fatto tutte le cure del caso ma neppure così è passato. Ho fatto quindi una risonanza magnetica da cui hanno scoperto che avevo un neurinoma nell’acustico all’orecchio destro”. E prosegue: “Per fortuna si tratta di un tumore benigno ma è invalidante, dato che dall’orecchio destro non sento più. Non voglio demonizzare l’uso del cellulare ma credo sia necessario farne un uso corretto e consapevole“.