Il Bari calcio è di nuovo nei guai. A esattamente tre anni di distanza dal fallimento e il salvataggio da parte di Gianluca Paparesta, dieci mesi dopo il passaggio nelle mani dell’imprenditore locale Cosmo Giancaspro per i problemi economici dell’ex arbitro, i biancorossi rischiano di dover fronteggiare un’altra emergenza: secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it c’è un contenzioso da 4 milioni di euro con Infront per un vecchio contratto non onorato, che pende sui già traballanti conti della società, attualmente impegnata nel campionato di Serie B. Il procedimento giudiziario si è già messo in moto, la sentenza è attesa forse anche prima dell’estate. Certo, anche il club biancorosso batte cassa nei confronti dell’advisor, con una richiesta di risarcimento danni da diversi milioni di euro. Ma se la causa dovesse concludersi con un giudizio sfavorevole, nel bilancio societario si aprirebbe un nuovo buco.
IL CONTRATTO CON INFRONT – Tutto nasce da un contratto sottoscritto da Fc Bari 1908 e Infront nel 2014, proprio nel periodo dell’acquisizione all’asta fallimentare da parte di Paparesta, per la cessione di alcuni diritti del club. Un accordo molto chiacchierato e finito al centro di un’inchiesta giudiziaria, visto che secondo l’accusa l’ex arbitro avrebbe comprato la squadra con i soldi dell’advisor, anche grazie all’interessamento del patron della Lazio, Claudio Lotito. Intanto, però, il Bari ha cambiato nuovamente proprietario: da un anno il nuovo amministratore unico è Cosmo Antonio Giancaspro, che ha rilevato il club dopo che Paparesta non era stato in grado di sottoscrivere l’aumento di capitale necessario alla continuità aziendale (e dopo che il fantomatico malese Datò Noordin – che prometteva di portare i pugliesi in Champions League – era svanito nel nulla). Uno dei primi atti della nuova era è stato quello di tagliare i ponti col passato, chiudendo una serie di rapporti risalenti alla precedente proprietà. Tra questi, anche l’accordo con Infront, interrotto in maniera unilaterale ad agosto 2016. Peccato, però, che la società biancorossa avesse già incassato diversi milioni dall’advisor, che pure intanto ha vissuto un profondo riassestamento societario. E ora sotto la nuova gestione è tornato a bussare alle porte del capoluogo pugliese.
CAUSA DA 4 MILIONI DI EURO – L’accordo aveva durata quinquennale e riguardava la cessione dei diritti commerciali, di sponsorizzazione e d’archivio del club, per cui Infront si impegnava a garantire una serie di ricavi minimi. Le prime due stagioni (2014-2015 e 2015-2016) sono state onorate, poi con l’avvento di Giancaspro la collaborazione si è interrotta e Infront rivuole le somme già versate. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it si parla di un contenzioso da 4 milioni di euro: ci sono 2,9 per la restituzione di anticipi già erogati sugli ultimi tre anni del contratto, di cui 1,5 milioni di diritti commerciali, 1 milione per i diritti d’archivio e 340mila per i diritti dello sponsor tecnico (che intanto la società ha rivenduto autonomamente a Nike); a questi vanno sommati poi 250mila euro di somme dovute e mai pagate nelle prime due stagioni, e quasi 900mila euro di danni. Il Bari, invece, si sente legittimato nella sua decisione di risolvere il contratto, e ha risposto con una “domanda riconvenzionale”, con cui non solo chiede il rigetto dell’azione legale, ma rilancia a sua volta con una lauta richiesta di risarcimento nei confronti dell’advisor: circa 6,5 milioni di euro, per varie motivazioni, tra cui il danno d’immagine per il coinvolgimento nell’inchiesta e l’“approfittamento dello stato di bisogno” della società. Con queste premesse, inevitabile che la vicenda finisse in tribunale.
L’INCUBO DEL TRIBUNALE, IL SOGNO DELLA SERIE A – La prima udienza che ha incardinato il procedimento c’è già stata a febbraio: il 22 aprile scade il termine per l’istruttoria, il Bari ha tempo fino al 4 maggio per far pervenire la sua memoria difensiva, poi si tornerà in aula a giugno. A meno che non si arrivi ad un compromesso tra le parti. Da fonti vicine a Infront trapela la disponibilità a trovare un accordo, che parta però dal presupposto di onorare il contratto nella sua interezza. Il presidente Giancaspro, pur confermando l’esistenza di una causa, ha preferito non commentare: “L’azienda è mia, queste sono cose che non riguardano la stampa”, ha risposto contattato da ilfattoquotidiano.it. “La società ha diversi contenziosi in essere, sia attivi che passivi. Quello con Infront è solo uno dei tanti”. L’advisor, però, non è un fornitore qualsiasi perché in questa vicenda ballano milioni di euro: cifre pesanti per il futuro del Bari. Da quando è arrivato al San Nicola, infatti, Giancaspro ha ereditato una situazione disastrata e sta cercando faticosamente di mettere ordine nei conti del club. L’ultimo bilancio si è chiuso con un passivo di quasi 8 milioni e 10 di debiti, tutti ascrivibili alla precedente gestione. Se i giudici gli dessero ragione, Infront potrebbe chiedere l’esecutività immediata della sentenza, mettendo con le spalle al muro il presidente e la società biancorossa. Il passo successivo sarebbe addirittura il pignoramento dei beni. C’è ancora un po’ di tempo e una causa di mezzo, però. E prima che in aula il Bari si giocherà tutto sul campo, in queste ultime giornate di campionato per provare a raggiungere i playoff: la promozione, con la pioggia di milioni che la Serie A garantisce, risolverebbe in colpo solo tutti i problemi finanziari. Proprio come nel 2014, quando la squadra lottò fino all’ultimo nonostante fosse ad un passo dal fallimento. O un anno fa, con la corsa sotto la curva di Paparesta gravato dai debiti e il sogno della Serie A infranto nello spareggio col Novara. A Bari è un film che hanno già visto, si risparmierebbero volentieri l’ennesima replica.