Vivendi scarica Lucio Battisti. Attenzione, Vincent Bollorè, dopo essere stato indagato per concorso in aggiotaggio sulla scalata a Mediaset, non sta completando il download da Torrent di brani come Mi ritorni in mente o La canzone del sole. Bensì Universal Music Group, la controllata di Vivendi che detiene l’etichetta Ricordi, non ne vuole più sapere di far parte della Acqua Azzurra srl, la società che dalla fine degli anni sessanta gestisce i proventi Siae derivanti dai successi di Battisti, scritti da Mogol, tanto da spingere per arrivare alla sua liquidazione. Già perché la “cassaforte” degli eredi del cantante di Poggio Bustone e dell’81enne paroliere milanese è detenuta per il 35% da Ricordi, che è in mano a Universal, a sua volta del gruppo Vivendi dal 2007. Insomma ci deve essere qualcuno che dalle parti di avenue di Friedland a Parigi non ritiene più conveniente, oltreché facile, gestire l’eredità di uno dei più importanti e conosciuti cantanti italiani della seconda metà del Novecento.
La notizia, pubblicata dall’agenzia Radiocor, è rimbalzata su tutte le pagine di cronaca finanziaria confermando un atto già compiuto lo scorso marzo. La Universal Music Publishing Ricordi, che fa capo alla Vivendi di Vincent Bolloré, si è sfilata da una delle srl più litigiose del settore diritti musicali, facendo franare l’intera Acqua Azzurra srl, detenuta per il 56% dalla Aquilone srl di Grazia Letizia Veronese, moglie di Battisti che di Acqua Azzurra è presidente, e del figlio Luca, al 9% da L’Altra Metà srl controllata all’89% da Mogol stesso, al 10% da Alfredo Rapetti e all’1% da Carolina Rapetti.
La Acqua Azzurra srl nacque nel marzo del ’69 quando uscì il primo album “Lucio Battisti”, con i testi di Giulio Rapetti. Da allora i due sodali diventarono subito soci. E per almeno tre decenni pensieri, parole, e soldini provenienti dai dodici album pubblicati “insieme” divennero risorse comuni. Alla prematura scomparsa a 55 anni di Battisti il 9 settembre del 1998, i primi screzi. E’ la vedova di Battisti ad accentrare la gestione, togliendo ogni prerogativa sia a Mogol, ma soprattutto all’allora Ricordi. Anni di incomprensioni, musi lunghi e pure una causa, parzialmente vinta da Mogol a cui andrebbero oltre due milioni e mezzo di euro, anche se si attende la sentenza d’appello; proprio lui, l’ideatore di un testo premonitore come I Giardini di marzo quando Lucio Battisti cantava: “Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati/al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti”.
Secondo i verbali del cda di Universal Group Vivendi visionati da Radiocor, in occasione del cda del 10 gennaio scorso “i consiglieri hanno preso atto che la casa discografica ‘ha dichiarato di non essere favorevole’ alla proroga della società in occasione dell’assemblea del 21 dicembre 2016, quando non è stata ‘raggiunta la maggioranza richiesta per l’adozione delle modifiche statutarie, necessaria per prorogare il termine della durata della società’”. In poche parole: sfilatisi i francesi, anche gli eredi di Battisti e Mogol hanno dichiarato conclusa l’esperienza della storica Acqua Azzurra srl, società dai bilanci in positivo tanto che nel 2015 ha chiuso con un valore della produzione di quasi 800mila euro e utili per 510mila euro. Tra il 9 e il 14 marzo scorsi è stata messa così in liquidazione la società, con la nomina di due liquidatori.
In quella occasione, come riportato dal sito web de La Repubblica “è stato deliberato di ‘porre in essere le attività ritenute utili e/o necessarie per il miglior realizzo dell’intero catalogo editoriale’”. Per ottenere ciò, ed evitare la svendita canzone per canzone del patrimonio artistico nato dal sodalizio Battisti/Mogol, i liquidatori entro il dicembre 2017, dovranno “vendere in blocco” il catalogo. Anche quando questo avverrà gli eredi di Battisti e Mogol continueranno a ricevere una percentuale dagli incassi derivanti dallo sfruttamento delle canzoni.