LE COSE CHE VERRANNO – L’AVENIR di Mia Hansen-Løve. Con Isabelle Huppert, André Marcon. Francia/Germani 2016. Durata: 100’. Voto 4/5 (AMP)
La libertà totale può paralizzare. Specie quando arriva d’improvviso a invadere l’esistenza di un’intellettuale, che vive – insegnandola – di filosofia. Nathalie è così, e quando il suo mondo si ribalta, non potrà che guardarsi indietro e comprendere che “l’avenir” può ancora compiersi. Intima e universale come di consueto, la nuova pellicola della giovane e talentuosa Mia Hansen-Løve appare come il nuovo, struggente capitolo di una filmografia coerente e personalissima, seppur ancora in piena evoluzione. Se infatti è vero che il “passaggio” può considerarsi il luogo principe d’attenzione da parte della regista francese, nel caso de Le cose che verranno a incorporarlo è letteralmente un’icona immutevole – e quindi in moto perpetuo per rimanere se stessa – come Isabelle Huppert. E’ lei a incarnare (forse) ciò che sarà (l’avenir..) di questa cineasta-filosofa, d’intelligenza e cultura superiori alla media e decisamente precoci, e che considera i film come “ritratti in movimento che guardano all’infinito”. La persona è il nucleo di un atomo orbitato da presenze/assenze, che contribuiscono a ferire una corazza di incertezze innescando la possibilità del cambiamento: così era e sembra continuare, dal suo esordio in lungo Tout es pardonné (2007) in poi.