Il blogger lucchese, arrestato il 9 aprile dalle autorità turche al confine con la Siria, non aveva ancora potuto parlare faccia a faccia con il suo difensore, che specifica che "non ci è stata data alcuna informazione su eventuali capi di imputazione nei confronti di Gabriele"
Dopo 12 giorni dall’arresto, Gabriele Del Grande ha finalmente potuto incontrare il suo legale e il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi. “La sua detenzione è del tutto illegale”, ha riferito il suo avvocato turco, Taner Kilic, precisando che “non ci è stata data alcuna informazione su eventuali capi di imputazione nei confronti di Gabriele”, che “è in isolamento da nove giorni, quando è stato trasferito a Mugla”. “Abbiamo chiesto di vedere il suo dossier, ci è stato negato. Al momento, il direttore del centro non ha nessuna informazione riguardo a una sua possibile espulsione“. Il legale ha riferito che Del Grande “ha detto che ora vuole solo essere liberato e tornare in Italia”.
Il blogger lucchese, tra i registi del film “Io sto con la sposa”, è stato fermato il 9 aprile al confine con la Siria mentre intervistava alcuni profughi per il suo nuovo libro, e non aveva ancora avuto modo di incontrare un legale perché, secondo la legge turca, una persona in fermo amministrativo può essere trattenuta dalle autorità per 14 giorni senza ricevere le visite dei familiari né di un legale. La prima telefonata alla famiglia è stata concessa a Del Grande soltanto una settimana dopo l’arresto. “Ci risulta che Gabriele stia bene”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Angelino Alfano alla Farnesina. “Sta facendo uno sciopero della fame nutrendosi solo di liquidi. Ha comunque l’assistenza di un medico che io ho richiesto e ottenuto dalle autorità turche”. Ha aggiunto che “prosegue il mio e il nostro lavoro diplomatico, sono in costante contatto con le autorità turche per ottenere il rilascio nei tempi più rapidi possibile”.
Il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani, ha spiegato che “seppure con un ritardo di 12 giorni rispetto a quanto previsto dalla convenzione di Vienna del 1963, una delegazione consolare italiana e un avvocato di fiducia sono potuti entrare nel centro di detenzione amministrativa dove è trattenuto Gabriele Del Grande”. “Mi auguro – ha aggiunto – che sia il primo segnale finalmente positivo di svolta in una vicenda che tuttora desta gravi perplessità e suscita molta inquietudine“.