Il gip di Milano Livio Cristofano ha disposto l’imputazione coatta per Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente ed ex amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena, nella tranche di indagine con al centro presunte operazioni finanziarie irregolari. La Procura, che aveva chiesto l’archiviazione, dovrà quindi formulare la richiesta di rinvio a giudizio per Profumo, Viola e Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale di Monte dei Paschi, tutti accusati di falso in bilancio e aggiotaggio. Archiviate, invece, le posizioni degli altri indagati.
Lo scorso 1 settembre i pm Stefano Civardi, Mauro Clerici e Giordano Baggio, coordinati dal procuratore Francesco Greco, poco più di un mese dopo la trasmissione degli atti del nuovo filone da Siena avevano presentato richiesta l’archiviazione nei confronti dei due banchieri e di altri 8 indagati. La vicenda riguarda la cosiddetta contabilizzazione a saldi aperti dei derivati Santorini e Alexandria, operazioni strutturate la prima con Deutsche Bank e la seconda con Nomura. L’ipotesi dei magistrati senesi – che poi hanno inviato il fascicolo alla procura di Milano – era che i bilanci della banca dal 2011 al 2014 siano stati falsati da una rappresentazione non corretta dei derivati Alexandria e Santorini.
All’istanza dei pm, ma solo per Viola e Profumo, si erano opposti il Codacons, l’ingegner Giuseppe Bivona e altri piccoli azionisti come lui. Da qui l’udienza di discussione, lo scorso 15 marzo, che si è svolta davanti al gip Cristofano che ha ora depositato la sua decisione. Il giudice, disponendo l’imputazione coatta, ha valorizzato, da quanto si è saputo, una consulenza tecnica disposta dal sostituto procuratore generale Felice Isnardi che ha deciso di effettuare approfondimenti investigativi (come prevede la legge) sulla presunta responsabilità amministrativa di Banca Mps, la cui posizione di indagata era stata, invece, archiviata dai pm. Una nuova consulenza che è servita, in particolare, per accertare quale impatto avrebbe avuto la contabilizzazione dei derivati sui bilanci di Mps, dal 2012 fino alla semestrale del 2015, se l’operazione fosse stata effettuata “a saldi chiusi” anziché “a saldi aperti” come è avvenuto.
“Ho certezza della correttezza del mio operato e come sempre ho piena fiducia nella giustizia”, ha dichiarato Profumo, che in marzo è stato indicato dall’azionista Tesoro come nuovo amministratore delegato di Leonardo Finmeccanica. In seguito è emerso che il ministero ha cambiato in extremis la direttiva sui requisiti dei vertici delle partecipate pubbliche facendo piazza pulita di quelli, rafforzati, che erano previsti da quella emanata nel 2013 dal governo Letta. Quel documento chiedeva alle aziende statali modificare i propri statuti inserendo una “clausola etica” in base alla quale “costituisce causa di ineleggibilità o decadenza per giusta causa, senza diritto al risarcimento danni, dalle funzioni di amministratore, l’emissione a suo carico di una sentenza di condanna, anche non definitiva”, ma anche il semplice rinvio a giudizio, per i delitti previsti dalle norme che disciplinano l’attività bancaria, finanziaria, mobiliare, assicurativa e dalle norme su mercati e valori mobiliari, dalle disposizioni penali in materia di società e consorzi”.