Il dg Antonio Campo Dall’Orto: "La lettera sembra consentire di trovare una soluzione positiva sul tetto ai compensi. La vicenda però dovrà essere discussa in cda" perché spetta all'azienda il dovere di "individuare i criteri per la determinazione della prestazione artistica" e valutare i singoli casi non soggetti al limite
Artisti e conduttori che lavorano per la Rai potranno continuare a guadagnare più di 240mila euro. Dopo le polemiche e gli allarmi sul rischio “fuga” dei grandi nomi dalla tv pubblica, venerdì mattina è stata inviata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli l’attesa lettera che consente a viale Mazzini di non rispettare il tetto fissato dalla nuova legge sull’Editoria. E di continuare a remunerarli secondo criteri di mercato. Il ministero, che richiama il parere della Avvocatura dello Stato, precisa che ciò non esonera la Rai dal dovere di individuare i criteri per la determinazione della prestazione artistica e i meccanismi per la determinazione delle retribuzioni, anche in relazione agli obiettivi del piano editoriali. Spetta alla concessionaria quindi valutare i singoli casi esentati dal tetto.
Il dg Rai Antonio Campo Dall’Orto ha spiegato che “ad una prima lettura, sembra consentire di trovare una soluzione positiva sul tetto ai compensi degli artisti. La vicenda però dovrà essere discussa in cda ed è in quella sede che si prenderanno le decisioni”. Restano diversi nodi da sciogliere. La deroga riguarda chi offre “prestazioni artistiche“, per cui i giornalisti come Bruno Vespa in teoria restano soggetti al tetto.
La norma sugli stipendi contenuta nel ddl Editoria puntava a chiudere la falla che si era aperta dopo l’emissione da parte della Rai di un bond. Operazione in seguito alla quale l’azienda di viale Mazzini era equiparata ai gruppi quotati, non soggetti al limite fissato nel 2014 per le partecipate pubbliche.