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Fs-Anas, il nodo dei contenziosi complica le nozze che servono al Tesoro per ridurre il debito e avviare la sinergia

La fusione di binari e strade balla su una perizia che dovrà pesare il volume effettivo dei contenziosi Anas, stimati in oltre 9 miliardi di euro. I tempi sono strettissimi. Governo ottimista: "L'integrazione garantirà 7,2 miliardi di investimenti pubblici e privati creando un polo da 10 miliardi di fatturato e 75mila dipendenti". Contrari Adusbef e Federconsumatori: "Privatizzazione mascherata"

Le nozze fra Ferrovie dello Stato e Anas sono appese ad una perizia. Quella che dovrà valutare la capacità della società autostradale di far fronte ad un’enorme mole di contenziosi (9 miliardi) senza pesare sui conti delle Fs. Solo successivamente le Ferrovie potranno valutare con precisione i benefici di un’operazione che al momento rappresenta un vantaggio essenzialmente per le casse pubbliche: in seguito alle nozze con Fs, Anas e i suoi 500 milioni di debiti usciranno dal perimetro della pubblica amministrazione con un’incidenza positiva diretta sul rapporto deficit/pil. Manna dal cielo per il Tesoro che sta tentando di far quadrare i conti sotto l’occhio vigile di Bruxelles. A patto che l’operazione avvenga a stretto giro. E possibilmente evitando una nuova tassa sugli automobilisti, ipotesi che il Governo non ha mai completamente escluso.

Ecco perché, in occasione della presentazione dei risultati 2016, l’amministratore delegato delle Ferrovie, Renato Mazzoncini, ha già indicato la scadenza di ottobre per chiudere la partita e inglobare i 26mila Km di strade gestiti da Anas. Con la benedizione del Tesoro che “farà di tutto per accelerare questa integrazione” come ha spiegato Fabrizio Pagani, il responsabile della segreteria tecnica del ministro Pier Carlo Padoan. I tempi sono quindi strettissimi sia per la perizia tecnica sui contenziosi che per il contratto di servizio che stabilirà il quantum che lo Stato pagherà ad Anas per i suoi servizi sulla falsariga del contratto per la rete ferroviaria di Rfi. Ma i benefici del matrimonio, che avverrà con un aumento di capitale di Fs e il conferimento di Anas da parte dello Stato, non sono ancora perfettamente chiari.

Il governo, dal canto suo, ha solo fatto sapere che l’integrazione fra strade e binari garantirà 7,2 miliardi di investimenti pubblici e privati creando un polo da 10 miliardi di fatturato e 75mila dipendenti. “Ma il timore è che le nozze Fs-Anas siano solo una privatizzazione mascherata” senza alcun vantaggio per i cittadini come spiegano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, rispettivamente presidenti delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori. “Sarebbe molto meglio che ognuno continuasse a fare il proprio mestiere e lo facesse bene. Anas dovrebbe occuparsi seriamente di manutenzione, le Ferrovie di migliorare il servizio evitando che ci siano trasporti di serie A e di serie B – puntualizzano Lannutti e Trefiletti – Non vorremmo poi dover scoprire post-fusione che la sinergia sia portare i buchi delle strade Anas anche sui binari dei treni. Con il risultato che a pagare sarebbero sempre i cittadini”.

Per le Ferrovie le cose non stanno in questi termini. I vantaggi della fusione ci sono e saranno presto svelati. Qualche anticipazione? Nella manutenzione, ad esempio, il matrimonio fra le due aziende pubbliche potrebbe portare sinergie per circa 400 milioni l’anno. Senza contare il maggior potenziale del ramo progettazione ingegneristica che potrebbe essere più competitivo anche all’estero, sia nel comparto autostradale che in quello dei binari. E poi ancora ci sono da esplorare le nuove frontiere ad alta tecnologia per le auto del futuro che richiederanno sistemi simili a quelli già sviluppati nel settore ferroviario. Si tratta di grandi progetti che dovrebbero portare in dote miglioramenti dei conti delle Ferrovie in vista della quotazione delle Frecce, rinviata ormai al prossimo governo.

Finora il gruppo guidato da Mazzoncini non ha del resto deluso il suo azionista. Nel 2016 le Ferrovie staccheranno al Tesoro una cedola da 300 milioni grazie ad un utile netto da 722 milioni (+66,4%) generato anche dalla plusvalenza per la vendita di Grandi Stazioni Retail. La società è stata anche campione di redditività (35% di margine operativo lordo) in Europa battendo i tedeschi della Deutsche Bahn (10,3%) e i francesi della Sncf (12,8%). Anche per il futuro i piani di Mazzoncini sono decisamente ambiziosi. Ma, con le nozze, il destino di Fs sarà legato a doppio filo con la corretta valutazione dei contenziosi Anas, una pesante ipoteca sul futuro del polo integrato di strade e ferrovie.