La donna è stata ferita da colpi di arma da fuoco nel suo ranch nella regione Laikipia, dove vive dal 1972. Conosciuta per la sua battaglia a favore degli elefanti e del rinoceronte nero, nella sua riserva ospita e protegge esemplari rari della fauna e flora locali. Inoltre, organizza progetti di comunità, istruzione, arti e sport
La scrittrice italiana naturalizzata keniota, Kuki Gallmann, è stata ferita a colpi di arma da fuoco nel suo ranch, a circa 300 chilometri da Nairobi, presumibilmente da un gruppo di pastori che hanno invaso la tenuta in cerca di pascoli per salvare i loro animali dalla siccità. La Gallmann stava pattugliando il ranch insieme al suo autista quando è stata raggiunta da un colpo allo stomaco. L’autista l’ha portata all’aeroporto di Laikipia, dove è stata trasferita su un aereo e portata a Nairobi.
Il vice presidente dell’associazione dei contadini di Laikipia, Richard Constant, ha detto che probabilmente a sparare sono stati i pastori della comunità di Pokot che già in passato erano entrati illegalmente nella tenuta della scrittrice. Gallman, ribattezzata da molti la ‘Karen Blixen italiana’, ha scritto, tra gli altri, il romanzo Sognavo l’Africa (1991), da cui è stato tratto il film Sognando l’Africa con Kim Basinger protagonista.
Gallman, figlia dello scrittore trevigiano Cino Boccazzi, vive in Kenya dal 1972, quando si trasferì con il secondo marito Paolo e il figlio Emanuele, morti rispettivamente nel 1980 per un incidente d’auto e nel 1983 per il morso di un serpente. Cinque mesi dopo la morte del marito diede alla luce la sua seconda figlia, Sveva. Nonostante i gravi lutti, decise di rimanere in Africa. Conosciuta nel mondo per la sua battaglia contro il contrabbando delle zanne d’avorio degli elefanti, nella regione della Laikipia è proprietaria di una riserva di circa 360 km quadrati, in cui ospita e protegge esemplari rari della fauna e flora africana, come il rinoceronte nero. Inoltre, organizza per la popolazione locale progetti di comunità, istruzione, arti e sport.
Nella sua tenuta si riuniscono scienziati e botanici, etnologi e zoologi, veterinari ed erboristi, con l’obiettivo di conservare intatte le bellezze di quei luoghi tra che si estendono dal monte Kenya all’orlo della grande Rift Valley. Ma anche gli indigeni, che hanno la possibilità di ritrovare le loro abilità creative tradizionali, dalla lavorazione della pelle alla medicina delle erbe.
Già un mese fa una struttura turistica all’interno della sua riserva era stata data alle fiamme, senza che ci fossero vittime. La situazione in Kenya è molto tesa per via della siccità che ha colpito la regione. I pastori nell’ultimo periodo si sono resi protagonisti di diversi atti violenti e hanno invaso terreni privati per poter sfamare il proprio bestiame. Il rancher britannico e organizzatore di safari Tristan Voorspuy è stato ucciso a inizio marzo mentre controllava i suoi alloggi a Laikipia. La Bbc però ipotizza che dietro alle ripetute aggressioni dei pastori ci possano essere delle ragioni politiche: il giornalista Alastair Leithead il mese scorso ha provato a indagare sulle motivazioni delle proteste, ma è stato costretto a fuggire a colpi d’arma da fuoco.