Se Macron fosse una donna, con un marito di 25 anni più grande di lei, non staremmo qui a discutere di questo dettaglio che diventa l’argomento principale di un certo gossip e perfino delle critiche politiche e della propaganda diffuse dalla destra.
Gli hanno dato del gay che si nasconderebbe dietro una relazione che per i fascisti al seguito della Le Pen dovrebbe essere impossibile, forse perfino vietata. Lui ha risposto che se lo fosse non avrebbe alcun problema a dirlo e così ha ottenuto le simpatie delle donne e del movimento Lgbt a partire dal quale, comunque, non mancano i commenti che argomentano il perché no per uno come lui. Ma siamo in epoca di maggioritari e ballottaggi e se non voti lui favorisci il partito di destra di Le Pen, dunque pare che non ci sia molta scelta. E’ il meno peggio.
Macron si distingue per essere una specie di Renzi alla francese. Con una moglie più grande di lui di 25 anni. Questa è la cosa che sembrerebbe più rilevante e che è sottolineata da ogni testata giornalistica disponibile. Nulla sul fatto che favorisca una politica economica che strozza i precari e le precarie, plaude al Jobs Act francese e ha collegamenti con banche, soggetti economici conosciuti e che il voto a lui ottiene il rialzo in borsa di qualunque cosa dipenda dalla stabilità dell’euro e dell’Unione europea.
È uno che è stato capace di togliere argomenti alla destra, la quale finge di essere pro-popolo e contro le varie caste, per usare un termine qui conosciuto, opponendosi al freno posto dal partito socialista nei confronti della sua candidatura. È quello che si presenta come il nuovo della politica francese, e di fatto di nuovo non c’è nulla e nulla ancora c’è nella destra di Le Pen, famiglia antica e nepotista per incarichi.
Macron ottiene così le simpatie di chi lo ritiene anti casta, ribelle rispetto agli ordini di partito, con un linguaggio nuovo e aperto nei confronti della gente. Un po’ di Renzi, un po’ di Obama, un po’ di tutti i leader che sono riusciti a spuntarla sebbene interpretino perfettamente le politiche di una forte area di partito, e il risultato eccolo lì. Ecco uno dei tanti argomenti del quale si potrebbe discutere, una delle tante analisi politiche che si potrebbero condividere, a partire dal fatto che non si dovrebbe lasciarsi imbrigliare dalle reciproche propagande che impediscono di arrivare ad una scelta consapevole.
Se Macron fosse una donna forse avremmo letto qualcosa riguardante la sua incapacità di agire con fermezza, il suo probabile isterismo e la sua probabile emotività di fronte a decisioni fortemente condizionate dalla fedeltà nei confronti di chi agisce nel mercato, come se lavoratori e lavoratrici fossero un dettaglio irrilevante.
Una donna sarebbe giudicata più propensa a non proseguire l’atteggiamento colonialista e guerrafondaio nei confronti del mondo intero. Come se di donne guerrafondaie non avessimo mai sentito parlare. E se avesse un legame con un uomo più grande, questo sembrerebbe rassicurante agli occhi dell’elettorato. Lui inteso come guida, come burattinaio che agisce dietro le quinte, perché le donne non sanno pensare, ovviamente, senza la disponibilità di un uomo adulto al loro fianco.
Invece Macron è un giovane uomo sulla quarantina legato a una donna più grande di lui. Dunque? Sarà accompagnato da tanto sessismo fino al termine del voto? Per tutta la durata del governo, nel caso lui fosse vincitore? È già orribile il fatto che si pubblichino primi piani delle rughe della sua compagna di vita. Immagino che ci saranno paparazzi che li attenderanno per vedere come è fatta lei e come sta in bikini.
Ci saranno probabili scoop in cui si venderà una sua foto del momento in cui si sveglia in casa ed è senza trucco, perché questo è quello che fa vendere di più i giornali e questo è quello che vuole il popolino che nulla sa di politica ma moltissimo sa quando si parla di hate speech. Non è che l’inizio di una lunga e verosimile gara a chi la insulta di più sul web perché quello che conta di una donna, nella nostra cultura, non è che l’età, l’immagine, l’apparenza, il corpo. Magari al governo andassero solo presidenti come Trump, circondato di donne giovani e belle! Donne decorative, esibite come trofei, buone per rendere virile l’immagine del presidente in questione, così come si è fatto durante il governo Berlusconi. Perché anche di questo è fatto il sessismo.
Esprimo fin da ora tutta la mia solidarietà nei confronti di questa donna, lo faccio a nome di tutte le donne che sono legate a uomini più giovani e di tutte le persone che ne hanno abbastanza di questi commenti da giornaletti scandalistici. Che voi lo sappiate o meno va specificato che una donna, a venti come a sessant’anni, ha cervello, abilità, competenze, sex appeal. Tutte qualità che non hanno nulla a che fare con l’età.
Un’ultima cosa: se lui fosse una donna direbbero di lei, più giovane del suo ipotetico compagno, che l’ha sposato per i soldi, per fama e fortuna, perché le donne possono essere solo questo: in vendita ad esibirsi per far eccitare il maschio alpha che c’è in ognuno di voi. Una donna dell’età della compagna di Macron non si presta al ruolo di arrizza-peni che viene attribuito d’imperio alle donne, dunque non va bene.
Inabile a fare eccitare gli elettori e la fantasia del pubblico che resta anche in paesi diversi dalla Francia. È adulta, va archiviata. Giammai può avere un legame soddisfacente con un uomo più giovane. Ma sapete che c’è? Serve proprio dire un bel chissenefrega.