Il presidente Usa in un'intervista Ap ha rivelato parte di un suo colloquio privato con il premier italiano, in cui avrebbe chiesto un aumento del contributo finanziario del nostro Paese all'interno dell'Organizzazione del Nord Atlantico
“Stavamo scherzando e io gli ho detto: ‘Devi pagare, devi pagare’. E lui pagherà“. Secondo Donald Trump l’Italia aumenterà i suoi contributi al bilancio della Nato: la rivelazione arriva da un’intervista rilasciata all’Ap, nella quale il presidente degli Usa ha svelato, tra il serio e il faceto, il contenuto di una sua conversazione privata con Paolo Gentiloni. Trump stava rispondendo a una domanda su come ha cambiato l’ufficio di presidenza. E in particolare stava parlando del suo rapporto con i leader stranieri: “Ho sviluppato ottimi rapporti, anche se nessuno lo ha scritto”, è quanto sostenuto da Trump. Poi ha aggiunto: “Tutti pensano che non li tratto bene, perché voglio che paghino di più nella Nato. Ma i rapporti sono ottimi, e loro pagheranno”.
Infine la battuta sul “primo ministro italiano”, che in barba a ogni protocollo rivela il contenuto di un colloquio privato tra due leader internazionali. Incalzato dall’intervistatore di Ap, Trump ha spiegato: “Gentiloni finirà con il pagare. Sai, finora nessuno glielo aveva chiesto. La mia è una presidenza diversa”. L’intervista è stata rilasciata venerdì scorso, un giorno dopo l’incontro tra Gentiloni e il presidente Usa alla Casa Bianca. Un incontro in cui di contro il premier italiano aveva chiesto un “impegno politico e di collaborazione con il nostro Paese” in Libia, con l’obiettivo di “allargare le basi di consenso del governo di Tripoli” e del primo ministro Fayez al Sarraj. Ma la risposta di Trump era stata: “Non vedo un ruolo degli Stati Uniti in Libia, credo che gli Stati Uniti abbiano già abbastanza ruoli”.
Intervistato da Fox News dopo il colloquio alla Casa Bianca, Gentiloni aveva invece definito “legittime” le richieste di Trump in merito all’aumento del contributo finanziario alla Nato. E aveva spiegato che l’Italia progressivamente porterà al 2% del Pil, come previsto dalla Nato, le spese per la difesa: “L’impegno è stato preso”. Questo tema è stato d’altronde uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del presidente Usa: gli Stati Uniti destinano a spese per la Difesa (Nato inclusa) più del 4% del loro Pil, mentre i Paesi europei, salvo qualche eccezione, sono fermi all’1,5%. In realtà però, secondo i dati pubblicati dall’Istituto di ricerca sulla pace internazionale di Stoccolma (Sipri), già lo scorso anno c’è stata un’inversione di tendenza. Le spese per la difesa sono aumentate dell’1,7% negli Stati Uniti e ben del 2,6% in Europa occidentale. L’Italia è proprio il paese in cui è stato registrato l’aumento più notevole, con un +11% fra il 2015 e il 2016.