Che i tedeschi amassero l’Italia e i suoi borghi non è né una novità né una cosa di cui stupirsi. Quando poi il sentimento amoroso è corroborato da un portafoglio pesante – quello di TUI, il colosso industriale con sede ad Hannover proprietario di agenzie di viaggio, tour operator e hotel disseminati in tutto il globo – allora possono celebrarsi matrimoni solidi e duraturi nel tempo. E anche se tra i due amanti la parte del povero, bello e un po’ disgraziato tocca ancora una volta a noi italiani è un dettaglio su cui è inutile sbattere ancora la testa, perché sennò andrebbe in frantumi – l’elenco di pezzi d’Italia acquistati da stranieri sarebbe lungo e anche un po’ imbarazzante. Questa volta però non si parla di calcio, di aerei e neppure di moda, ma di turismo. A 5 stelle.
Quando sono stato invitato all’inaugurazione dell’hotel Il Castelfalfi – Tui Blue Selection mi sono detto: “Figo, ma sarà simile a tutte le altre, ci sarà la la consueta cena di benvenuto e la stessa formale accoglienza di queste occasioni”. Quella a cui ho assistito è stata invece la cerimonia di rinascita di un intero borgo toscano.
Castelfalfi è una frazione del già minuscolo comune di Montaione, entrambi racchiusi all’interno di un cerchio sulla cui circonferenza orbitano i top players del turismo regionale: Firenze, Lucca, Volterra, San Gimignano. E Pisa. È stata proprio la vicinanza con l’aeroporto di San Giusto una delle ragioni che ha spinto TUI ad aprire i cordoni della borsa e a buttare il cuore (e il suddetto portafoglio) oltre la collina, in un’impresa che solo l’ambizione e la tenacia teutonica hanno reso possibile.
I vertici di TUI misero piede per la prima volta a Castelfalfi nel 2007, nel momento in cui iniziava anche in Italia la grande recessione. Dell’antico insediamento longobardo, passato poi nelle mani della Chiesa e dei Medici, era rimasto poco se non un Castello altomedievale che stava sgretolandosi e un pugno di case padronali e poderi abbandonati. Dieci anni dopo l’ex borgo fantasma ha dismesso quasi del tutto i lenzuoli bianchi ed è rinato dalle sue ceneri – l’argilla e l’arenaria, i sedimenti lasciati dal mare prima che migliaia di anni or sono l’acqua si ritirasse da queste terre. Nel Castello restaurato oggi c’è un ristorante gourmet; le case padronali sono state ristrutturate e vendute, così come i casali. Gli acquirenti sono perlopiù tedeschi, austriaci e belgi: tutti innamorati dei dolci colli toscani, il loro luogo prediletto per svernare. Per accoglierli è stata rimessa in sesto una tenuta di 1.100 ettari punteggiata da vigne e oliveti, da una riserva di caccia e un campo da golf a 27 buche, il tutto a un tiro di schioppo dal 4 stelle boutique La Tabaccaia e dal nuovo Il Castelfalfi – Tui Blue Selection.
Costruito in due anni su un costone lungo e stretto, lo stesso su cui spunta il borgo, l’hotel è il risultato di un gioco di pesi e contrappesi. Quello tra la sobrietà tedesca e la raffinatezza italiana, ma anche tra le richieste dei costruttori e i limiti imposti dai nostri amministratori locali. Pare che gli accordi prematrimoniali siano avvenuti in soli sei mesi, una bazzeccola se si considerano i tempi medi della burocrazia italica. I corteggiatori non hanno però avuto mano libera, ma indicazioni precise: vietato irrompere visivamente nel paesaggio della collina, obbligo di salvaguardia della preesistente attività agricola e di ricavare energia per gli hotel da una centrale termica a biomassa.
Per metterlo in piedi sono stati spesi “solo” 25 milioni, giusto una fettina dell’investimento monstre di 250 milioni messo sul piatto per ristrutturare l’intero borgo. Si tratta una cifra quasi modica per un 5 stelle di 14mila metri quadrati con 120 camere e una lussuosa Spa con affaccio colli in cui, cosa curiosa per un hotel di alta fascia, non troverete massaggiatrici thailandesi ma personale italiano, anzi toscano. Perché, come spesso accade in queste occasioni, sono soprattutto l’indotto e le maestranze locali a rimettersi in moto. L’operazione TUI ha generato una scossa tellurica e creato 300 nuovi posti di lavoro, che per una zona poco turistica incastonata nel cuore rurale della Toscana sono una manna dal cielo.
“Neanche in Germania saremmo riusciti ad avere un così soddisfacente risultato” ha dichiarato Stefan Neuhaus, amministratore delegato di Toscana Resort Castelfalfi. Il perché è chiaro: la Toscana ce l’abbiamo solo noi. E se i nostri amici-nemici tedeschi investono su un territorio dimenticato dai nostrani imprenditori del turismo, molti dei quali notoriamente illuminati e avvezzi al rischio, allora non possiamo che augurare loro tutto il meglio possibile.
P.S. Quando vi capiterà di venire in hotel, non commettete il peccato mortale di restarci dentro, allettati dalle comodità. Fate come i tedeschi: prendete una bici o solo un paio di scarpe comode ed esplorate la zona, le sue valli e i suoi 100 km di sentieri da trekking. Tornerete stanchi ma in pace con voi stessi.