Appello pubblico di AIDAP al Presidente della Repubblica sulla vicenda svelata dal Fatto dell'incarico di Direttore affidato dopo la selezione di 577 candidati proprio alla figlia dell'ex vicesegretario della Presidenza: "Se Mattarella ci dirà che veramente è la persona più titolata ad assumere il prestigioso incarico in base al bando emanato, i nostri dubbi scompariranno". Sullo sfondo, la contestata riforma della legge sui Parchi in via di approvazione. E intanto si preparano i ricorsi
Il Quirinale interviene sulla vicenda del bando per la direzione della tenuta di Castelporziano vinto dalla figlia dell’ex vice segretario della Presidenza della Repubblica, cioè lo stesso organismo che ha curato la selezione. Invia al nostro giornale, che ha raccontato la vicenda, una lunga precisazione che riconduce la polemica al mero “risentimento degli esclusi” e ribadisce il possesso di titoli di Giulia Bonella, scelta tra 577 candidati e preferita a 17 tra ex direttori di Parchi nazionali, docenti universitari, dirigenti forestali che però contestano apertamente i requisiti richiesti nell’avviso e lo scarso interesse riservato loro dai commissari durante l’incontro conoscitivo. Ragioni che saranno al centro di vari ricorsi mentre la polemica divampa.
Non demorde, infatti, l’associazione nazionale Aidap che rappresenta i direttori di 23 parchi nazionali e 160 regionali: all’indomani dell’articolo scrive anzi una lettera aperta al Presidente Mattarella chiedendogli di prendere pubblicamente posizione. Plaudono ancora la scelta, ben pubblicizzata dal Colle, di avviare la prima selezione pubblica del “tenutario” di Castelporziano in luogo della chiamata diretta, ma danno conto dell’entusiasmo infranto alla lettura del cv della vincitrice, frantumato poi dallo “strettissimo legame di parentela con la ex vicesegretario generale dello stesso Quirinale, madre dell’interessata”. A Sergio Mattarella chiedono dunque di “effettuare una verifica indipendente sulla regolarità e sull’opportunità della procedura”.
Per il presidente Sergio Andrea Gennai, scartato prima ancora del colloquio, è una questione di principio che esula dalle aspettative deluse dei singoli (“siamo tutti uomini al servizio dello Stato”) ed è tanto più rilevante alla luce del dibattito in corso sulla modifica della legge sulle aree protette: “Stiamo combattendo l’approccio stravagante e preoccupante secondo il quale per fare il direttore di parco nazionale si può anche essere completamente digiuni ed inesperti in materia di biodiversità e parchi, come se gli enti di gestione delle aree protette fossero soggetti meramente burocratici come l’Inps o l’Inail”.
La vicenda di Castelporziano deflagra infatti mentre il Parlamento si accinge ad approvare la discussa riforma della legge quadro del 1991 voluta dal Pd – già approvata in prima lettura al Senato con modifiche alla Camera – contro la quale si sono sollevate fior di associazioni naturalistiche e ambientalistiche, senza trovare argini al tentativo di modificare la stessa mission dei parchi: dalla conservazione alla valorizzazione economica, localistica e turistica. Mutazione che procede con le modifiche alla governance degli enti, coi direttori non più scelti dal ministero attingendo dall’albo degli idonei (cui si accede per concorso) ma dalla componente “politica” locale del Presidente e dai requisiti vaghi, come la comprovata esperienza gestionale “o ambientale” e un’anzianità di cinque anni per funzionari e dirigenti pubblici: domani, in buona sostanza, potrebbero diventarlo politici trombati e famigli, dentisti e gastroentorologi delle Asl o funzionari dell’anagrafe. Magari un dirigente di Autostrade per l’Italia o di qualsiasi altra impresa privata.
Ecco perché, più ancora delle esclusioni eccellenti a favor di parenti, la storia del bando presidenziale brucia tanto, col suo corredo di titoli dubbi (la “formazione postuniversitaria”, l'”esperienza lavorativa, almeno decennale, con compiti di direzione, programmazione e coordinamento…” o le “elevate competenze nel controllo della fauna selvatica”) e di relazione familiare certa. Nei fatti anticipa quel che domani potrà avvenire in tutti i Parchi nazionali d’Italia. E i direttori non gettano acqua sul fuoco e non arretrano di un millimetro: “Il rispetto istituzionale dell’associazione – si legge nella lettera – comporta che qualsiasi posizione pubblica vorrà prendere il Presidente dopo le sue valutazioni, sarà accettata senza riserve. Se Mattarella ci dirà che veramente la nuova Direttrice è la persona più titolata tra gli oltre 570 candidati ad assumere il prestigioso incarico in base al bando emanato, i nostri dubbi scompariranno e Aidap formulerà pubblicamente auguri e felicitazioni alla nuova collega, fornendole anche tutto il supporto associativo possibile”. La parola al Presidente, atteso a Castelporziano il 28 aprile per salutare la nuova gestione.