Pius Leitner, gruppo Freiheitlichen, si è dimesso dal suo incarico il 4 aprile scorso dopo la condanna in Tribunale per peculato a due anni di reclusione. Ma, grazie al fatto di aver compiuto i 60 anni di età, lo aspetta la buonuscita
Galeotto fu il regalo – un imbarazzante sex toys – per il consigliere provinciale sudtirolese Pius Leitner del gruppo Freiheitlichen. Un mese fa è stato condannato in Tribunale per peculato a due anni di reclusione, mentre una sua collega era stata assolta. Facendo un bel gesto, politicamente parlando, Leitner si era dimesso il 4 aprile scorso. Ma non si può dire che la sua uscita dalla scena sia stata dolorosa, almeno dal punto di vista economico. Perché Leitner se ne è andato a casa con un vitalizio mensile lordo di 4.127 euro e 72 centesimi. Una buonuscita ragguardevole, ma al momento ancora incompleta, resa possibile dal fatto che l’ex consigliere ha compiuto i 60 anni di età, raggiungendo così uno dei requisiti indispensabili per accedere al beneficio.
L’atto che assegna il vitalizio a Leitner è un decreto di Stefan Untersulzner, segretario generale del Consiglio regionale della regione autonoma Trentino Alto Adige. La data di pubblicazione è del 20 aprile, ma il beneficio decorre dal 4 aprile, il giorno delle dimissioni. Il provvedimento ricorda che Leitner (il nome è coperto da “omissis”, ma è facilmente riferibile a lui) ha fatto parte del consiglio regionale dal 13 dicembre 1993 al 3 aprile 2017. Le dimissioni sono state infatti accettate il giorno successivo. Ha maturato, quindi, un’anzianità di 23 anni, tre mesi e 21 giorni.
I consiglieri che hanno alle spalle quattro legislature sono tenuti a versare una trattenuta di contributo di solidarietà pari al 10 per cento. Leitner si trova in questa situazione perché ha completamente ricoperto l’incarico per quattro legislature, ma nella XV. Legislatura (la quinta) ha espletato il mandato solo per tre anni, quattro mesi e 11 giorni, una durata inferiore ai tre quarti del periodo, il che ha impedito di contabilizzare la legislatura come intera.
Il 18 aprile scorso Leitner ha comunicato di non godere di altri vitalizi. Così il segretario ha provveduto a calcolare l’importo dovuto sulla base dell’indennità parlamentare lorda di 13.578,04 al mese. A un consigliere regionale spetta il 76 per cento e quindi la cifra è calata a un valore mensile lordo di 10.319 euro. Sulla base di una legge regionale del 2012 “l’assegno vitalizio deve essere attribuito nella misura ridotta del 30,40 per cento e per la differenza fra l’importo complessivo maturato e l’importo attribuito viene riconosciuto il valore attuale medio”. Quest’ultimo valore sarà fissato da un provvedimento successivo, ma nel frattempo il totalizzatore dei vitalizi ha fissato la somma di 4.127,72 euro lordi al mese, su cui sarà applicata una decurtazione del 10 per cento. Insomma, sarà un nuovo decreto del segretario generale del consiglio regionale a fissare la quota di vitalizio “attualizzata” che andrà ricalcolata tenendo conto dei parametri fissati nel luglio 2014 che aveva ridotto il valore dei vitalizi.
Nel 2014 Leitner era nell’elenco dei 40 consiglieri regionali o ex consiglieri regionali, che non avevano maturato il diritto al vitalizio e a cui era stato chiesto di restituire le somme di anticipo che avevano, assieme alla quota del Fondo Family che era stata loro attribuita. Leitner non si era accodato a chi aveva fatto ricorso. Aveva infatti restituito circa 364 mila euro di anticipo e la quota pari a 679 mila euro del Fondo Family a lui intestata.
La legge infatti prevede che vada calcolata la quota attualizzata del vitalizio quando il consigliere matura il diritto. Un calcolo che tiene conto della speranza di vita e del tasso del momento, che ha suscitato in passato polemiche e portato anche all’apertura di un’inchiesta penale. A marzo, come ha scritto anche ilfattoquotidiano.it, l’ex consigliere Walter Baumgartner di Svp aveva subito un taglio tutto sommato modesto, pari al 6%, incassando 653 mila euro anziché 697 mila euro. Anche per Leitner si arriverà a una cifra ridotta più o meno del 6 per cento che si aggiungerà al vitalizio.