Dopo aver rimarcato la differenza tra le due versione, possiamo dire subito che la versione italiana, condotta da Jake La Furia (che di Corden ha solo il fisico “importante”) è asciutta, secca, senza fronzoli. C'è un cantante ospite (ieri sera J Ax) e si va di sing-along mentre si gira per Milano. Punto
Facciamo un patto: prima di parlare della versione italiana di Carpool Karaoke, la cui prima puntata è andata in onda giovedì in seconda serata su Italia1, scordiamoci James Corden e la versione originale. In Italia di James Corden non ce ne sono, così come le star della musica non sono Lady Gaga, Sia, Britney Spears o Stevie Wonder.
Dopo questa necessaria premessa, possiamo dire subito che la versione italiana, condotta da Jake La Furia (che di Corden ha solo il fisico “importante”) è rispettosa dell’originale, asciutta, secca, senza fronzoli. C’è un cantante ospite (ieri sera J Ax) e si va di sing-along mentre si gira per Milano. Punto. Qualche chiacchiera qui e là (questa parte, magari, si può approfondire un po’ di più), ma il succo del programma è che un “conduttore” e un ospite ripercorrono carriera e gusti musicali di quest’ultimo cantando come scemi (e come tutti agli automobilisti del mondo) tra un semaforo e un senso rotatorio.
A differenza dell’orrido FanCaraoke di RaiUno, Carpool Karaoke non prova a diventare quello che non dovrebbe essere. In fondo, l’idea di Corden (il signore che ci siamo scordati all’inizio) era di una semplicità disarmante e il senso del format deve restare quello. Jake La Furia, che non è un conduttore, se la cava bene, si diverte e ha dalla sua anche una sorta di incoscienza tipica di chi si cimenta in qualcosa che non è propriamente nelle sue corde. Certo, è un rapper e non ci si può aspettare una intonazione alla Celine Dion, ma forse questo può servire a creare identificazione del pubblico a casa (cantiamo tutti e solo pochissimi, tra noi, hanno una bella voce).
Il responso dell’Auditel è stato di quelli che non lasciano il segno ma non possono far urlare al flop: 949.000 spettatori, 5.32% di share. Onesto, senza infamia e senza lode. Ma il programma c’è e può crescere ancora (soprattutto nei contenuti, più che sul fronte degli ascolti). La premessa iniziale, però, deve restare scolpita nella nostra mente ogni volta che ci approcciamo alle fatiche televisive e canore di Jake La Furia e dei suoi ospiti automobilistici. Perché Adele, Madonna, Michelle Obama e compagnia non vivono a queste latitudini. Ognuno deve cucinare con gli ingredienti che ha e in fin dei conti il sapore di questa prima puntata non è niente male.