In compagnia della famiglia aveva mangiato sushi a cena il giorno di Pasqua, in un ristorante di Cesena. Quando è tornata a casa la donna, una 33enne di nazionalità marocchina residente a Gatteo che soffriva di asma, si è sentita male. Il marito l’ha portata all’ospedale Bufalini della città romagnola, dove è stata ricoverata in preda a una crisi respiratoria acuta. Subito dopo è entrata in coma cerebrale e a distanza di cinque giorni è deceduta. Anche l’uomo, dopo aver cenato, era stato colpito da un malessere e aveva vomitato, mentre il figlio di 5 anni non ha avvertito nessun disagio.
Il sostituto procuratore di Forlì, Laura Brunelli, ha aperto un fascicolo in seguito alla denuncia del marito della vittima, assistito dall’avvocato Angelo Pisarro, indagando per omicidio colposo il titolare del locale, un 37enne cinese. Su disposizione del magistrato, nei giorni scorsi il medico legale Donatella Fedeli ha eseguito l’autopsia. Si attendono i risultati dell’esame che dovranno chiarire le cause del decesso: tra le ipotesi al vaglio un’improvvisa reazione allergica. Intanto i carabinieri del Nas di Bologna hanno eseguito, insieme all’Ausl Romagna, un’ispezione del locale per cercare potenziali ingredienti avariati o non correttamente conservati che potrebbero avere innescato il malore. L’indagine però non ha rilevato una situazione igienico-sanitaria precaria. Quindi, per il momento non sono state disposte sanzioni e il ristorante è tuttora regolarmente aperto.
“La Direzione del Consorzio titolare del marchio Sushiko nega decisamente qualsiasi correlazione fra l’asserita consumazione di sushi e il decesso. Vale la pena di ricordare che la donna era affetta da una grave forma di asma e che il decesso potrebbe essere stato causato da qualsiasi cibo al quale la stessa era allergica”. Lo afferma il direttore generale Ferruccio Ansaldi in un comunicato “in relazione alla notizia relativa al decesso della giovane donna marocchina avvenuto all’ospedale di Cesena dopo il pranzo pasquale presso il ristorante di Savignano sul Rubicone”. “Tutte le materie prime che i nostri ristoranti somministrano – aggiunge – sono selezionate, certificate, tracciabili e provengono dai più importanti rivenditori di pesce nazionali. I quali già al ricevimento delle materie prime effettuano sulle stesse un primo rigoroso controllo. Ogni nostro ristorante, di nuovissima generazione, è dotato di abbattitori certificati. La catena del freddo è pienamente rispettata in ogni singolo step del processo anche grazie alla qualificata collaborazione di Havi Logistics, leader internazionale del settore”. “Il giorno di Pasqua 400 nostri clienti, intere famiglie con i bambini, hanno pranzato e cenato al ristorante di Savignano – spiega -. Nessuno ha lamentato alcunché. In un anno i nostri ristoranti somministrano cinque milioni di pasti, i clienti sono in aumento, il che equivale a un riconoscimento della nostra politica sulla qualità del prodotto. Sulla quale centinaia di accertamenti delle varie Asl e dei Nas dal 2009 a oggi non hanno mai sollevato contestazioni, così come è successo a Savignano subito dopo Pasqua. È per tutti questi motivi che intendiamo rivolgerci ai nostri clienti di sempre e dire loro che possono continuare a venire tranquillamente nei nostri ristoranti, così come hanno sempre fatto”.