Il social network ha pubblicato un rapporto sui tentativi di contrasto alle 'Information operations', definiti come i tentativi di propaganda e manipolazione dell’informazione orchestrati dagli Stati per influenzare l'opinione pubblica
Fakebook annuncia battaglia alle fake news, in particolare a quelle diffuse dai governi. In un rapporto diffuso giovedì, il social network di Mark Zuckerberg ha spiegato quali iniziative ha intrapreso per contrastare il proliferare di notizie e profili falsi, partendo da un obiettivo chiaro: le Information operations di governi o altri soggetti organizzati, definite come i tentativi di propaganda e manipolazione dell’informazione orchestrati direttamente dagli Stati per influenzare l’opinione pubblica nel proprio paese o all’estero.
L’esempio citato nel rapporto è quello delle ultime elezioni Usa, in cui – si legge – sono stati creati account falsi per diffondere informazioni rubate. Tuttavia, viene anche specificato che il volume di queste attività è stato “statisticamente molto piccolo rispetto al coinvolgimento generale nei confronti di questioni politiche”. Forte di questa esperienza, Facebook fa sapere di avere già intrapreso azioni di contrasto: in Francia, dove sono in corso le presidenziali, sono già stati rimossi oltre 30 mila account falsi.
Per la prima volta quindi, il social network sta chiaramente dicendo che è al corrente dei tentativi di distorsione della realtà attuati da governi e altre organizzazione tramite i suoi canali e non intende tollerarli. Nel rapporto vengono descritte anche le “combinazioni di metodi” utilizzate per “manipolare l’opinione pubblica”: oltre alle fake news e alla disinformazione in generale, anche una rete di account creati ad hoc – si legge – per fare da “falsi amplificatori“.
Il social network descrive gli sforzi articolati e ben finanziati da parte di Stati e altre organizzazioni per diffondere informazioni fuorvianti e falsità a fini geopolitici. Per questo Facebook ha individuato una strategia per identificare i profili falsi, in base al loro comportamento, riuscendo così a rimuoverli. Il report, di 13 pagine, è stato scritto da due analisti della sicurezza con lunga esperienza alle spalle nelle ditte di cyber-sicurezza FireEye Inc e Dell SecureWorks, insieme al chief security officer di Facebook.