Dal 2 al 7 maggio alla Triennale di Milano torna il Festival dei Diritti Umani, manifestazione pensata per sensibilizzare la cittadinanza al tema dei diritti umani e delle loro violazioni. Per questa sua seconda edizione, il festival vuole concentrarsi sulla libertà d’espressione in tutte le sue ramificazioni, dalle incarcerazioni di giornalisti nel mondo ai vincoli imposti agli artisti, dal bullismo alle abiure chieste agli scrittori, senza dimenticare di prendere in considerazione le occasioni in cui la libertà d’espressione viene usata per giustificare insulti e incitazioni all’odio.
Il festival prevede incontri con gli studenti delle scuole superiori e dibattiti con intellettuali e studiosi italiani e internazionali, ma anche proiezioni di documentari selezionati da Sole Luna Doc Film Festival e una selezione di lungometraggi scelti da Vanessa Tonnini, direttrice artistica del Festival Rendez-Vous, dedicato al nuovo cinema francese. Il festival, organizzato dalla non-profit Reset-Diritti Umani, vede la collaborazione, tra gli altri, del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Comune di Milano e di Amnesty International. Per tutta la durata del festival, la sera verranno proiettati film provenienti da rassegne internazionali, come Clash di Mohamed Diab, che fotografa il caos dell’Egitto post-Mubarak.
Si parte martedì 2 maggio con una mezza giornata dedicata ai ragazzi delle scuole superiori, che con gli insegnanti potranno partecipare all’evento dedicato al bullismo (“Contro il bullismo: liberi di essere se stessi“). Nella mattinata è prevista anche “Exponi le tue idee!”, edizione straordinaria del contest nazionale di dibattiti tra scuole promosso da WeWorld. Nel pomeriggio i giornalisti Ferruccio de Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, e Ahmet Insel terranno una lezione sul tema “giornalismo a libertà vigilata“. Si parlerà di giornalismo anche il 3 maggio: in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa saranno molti gli eventi sul tema, dal dibattito con la giornalista azera Arzu Geybulla e Paolo Borrometi, minacciato dalla mafia, alla proiezione delle video-inchieste di Giorgio Fornoni. Ma su tutti spicca il convegno “Il pericolo non dovrebbe essere il mio mestiere: il giornalismo tra censure, minacce e guerre” al quale, tra gli altri, parteciperanno anche i genitori del fotoreporter Andy Rocchelli, morto nel 2014 mentre documentava la guerra in Ucraina. E sarà possibile vedere le sue foto, per l’occasione esposte in una mostra.
Si torna a parlare con i ragazzi delle scuole nei giorni seguenti e soprattutto venerdì 5 maggio, in occasione dell’evento sul cyberbullismo, con lezioni interattive sul tema. E sabato 6 il sacerdote messicano – e candidato al Nobel per la Pace 2017 – Alejandro Solalinde, ripetutamente minacciato di morte dai narcos, spiegherà come cambiano i diritti umani nei posti dove comandano la criminalità e la corruzione, presentando anche il suo libro di prossima uscita sul tema. Il 7 maggio invece si parlerà di rifugiati e dell’urgenza di una campagna internazionale in loro difesa in compagnia di Michel Forst, relatore speciale Onu per i difensori dei diritti umani.
Il programma completo è consultabile sul sito ufficiale del festival.