Riconvertire il polo di incenerimento di Colleferro e farlo diventare in una “fabbrica dei materiali come luogo del riuso”. Altro che “un nuovo termovalorizzatore”, soluzione intimata pochi giorni fa dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in una missiva al Campidoglio. Il M5S capitolino apre il braccio di ferro istituzionale sul fronte dell’emergenza rifiuti e scende in campo contro il progetto regionale di rimessa a regime degli impianti situati nel comune a sud della Capitale, considerati dalle amministrazioni a guida Pd (governo, Regione ed ex giunta Marino) “indispensabili” per la chiusura in loco del ciclo dei rifiuti.
NO AL “REVAMPING”, SI AI MULTI-MATERIALI – Le due linee di termovalorizzazione presenti nella Valle del Sacco sono, rispettivamente, una di proprietà dell’azienda regionale Lazio Ambiente e l’altra della società Ep Sistemi, quest’ultima a sua volta partecipata al 60% da Lazio Ambiente e al 40% dalla capitolina Ama. Solo in questo quadro, Virginia Raggi avrebbe voce in capitolo sia come socio minoritario nella gestione di uno dei due impianti sia, sul fronte territoriale, come sindaco della Città Metropolitana di Roma (di cui Colleferro fa parte), sebbene – va ricordato – la decisione finale sia in capo alla Regione Lazio. Si dà il caso che, con delibera 572 del 4 ottobre 2016, la Giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti abbia dato il via proprio alla cessione delle quote di Lazio Ambiente, aprendo di fatto la gestione degli impianti ai privati. A quel punto, al costo di 12,6 milioni di euro già finanziati dalla Pisana, deve seguire il cosiddetto “revamping” dei due termovalorizzatori – ma il bando non è stato ancora pubblicato – in sostanza una “rigenerazione”, letteralmente la rimessa a nuovo di strutture obsolete e fatiscenti.
Ad oggi, infatti, gli inceneritori di Colleferro possono accogliere appena 60mila delle 220mila tonnellate autorizzate, in pratica dei “rottami” (come li ha definiti l’ex ad di Ama, Daniele Fortini), ma la capacità degli impianti verrebbe riportata a regime e addirittura aumentata – secondo il “massimo carico termico” previsto dal decreto Sblocca Italia – proprio grazie ai lavori di rinnovamento. Ecco dunque il progetto del Campidoglio: inserirsi nella procedura avviata dalla Regione, ottenere in gestione il polo di termovalorizzazione di Colleferro attraverso un sodalizio Acea-Ama e dismettere gli inceneritori – inizialmente solo quello di proprietà di Ep Sistemi – creando una sorta di mega impianto per i “materiali post-consumo”. Una soluzione in linea con la vocazione “Rifiuti Zero” avviata dalla giunta Raggi, che darebbe anche una spinta elettorale al M5S Lazio in vista delle elezioni amministrative del 2018. Non a caso la stessa sindaca Raggi, durante la riunione del primo cda di Acea, riguardo agli inceneritori ha affermato: “Faccio riferimento al superamento delle forme tradizionali di smaltimento dei materiali post consumo mediante combustione: si tratta di una tecnologia obsoleta che non va incontro alle esigenze dei consumatori sempre più sensibili alle tematiche ambientali”. Un evidente indirizzo politico e strategico.
LA CORSA CONTRO IL TEMPO – Parliamo di un obiettivo molto ambizioso che, tuttavia, potrebbe incontrare ostacoli pratici e politici non indifferenti. Ad oggi, oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti dalla Capitale (circa il 60% del totale) finiscono nei termovalorizzatori e nelle discariche in giro per l’Italia e per l’Europa. L’assessora capitolina all’Ambiente, Pinuccia Montanari, ha annunciato per i prossimi giorni la presentazione del suo piano rifiuti – per il momento c’è solo quello, insufficiente, per la “gestione dei materiali post-consumo” – sulla base del quale dovrà poi lavorare il suo collega in Regione Lazio, Mario Buschini. L’aut-aut per tutti, però, è fissato al prossimo mese di giugno, entro il quale il ministro Galletti deve avere un piano complessivo credibile che spinga l’Unione Europea a rinnovare i permessi per il conferimento dei rifiuti all’estero e non procedere a ulteriori sanzioni. Nel caso rimanesse deluso dagli enti locali, il governo potrebbe scegliere la via drastica del commissariamento, soluzione che renderebbe tutto più complicato e porterebbe anche a scelte impopolari per i territori, come, appunto, la realizzazione di nuovi inceneritori o l’apertura di nuove discariche. “Siamo pronti alle barricate, non accetteremo nuovi impianti di incenerimento in questa zona”, afferma senza mezzi termini Alberto Valleriani, presidente del Comitato Retuvasa Valle del Sacco.
BILANCI QUADRO “INQUIETANTE” – Quella del M5S capitolino non è solo una battaglia programmatica. La vicepresidente della Commissione capitolina Bilancio, Monica Montella, ha presentato sul suo blog una analisi dettagliata e molto tecnica dei rapporti economici fra le tre aziende presenti presso il polo di Colleferro, Lazio Ambiente, Ep Sistemi e la stessa Ama, annunciando anche l’interessamento della Corte dei Conti. Un quadro contabile “assai inquietante” a “completo svantaggio di Ama”, come spiega la consigliera M5S. “Ama – si legge nel documento – al contrario di Lazio Ambiente non ha ricavato utili nel 2015 e si trova ad avere la quota del 40% di una società con una perdita di 7 milioni di euro. Inoltre ci sono le garanzie prestate da Ama in favore di Ep Sistemi che ammontano a circa 11 milioni di euro che, in caso di insolvenza della stessa, dovranno essere soddisfatte dalla società capitolina”. “Sembrerebbe quasi – azzarda Montella – che il drastico declino della Ep Sistemi sia stato pianificato ad arte appositamente per diminuire il valore delle azioni. Ciò che stupisce è che il Collegio Sindacale ha effettuato rilievi molto blandi in proposito, e addirittura nessun rilievo è stato fatto dalla società di revisione”. Un dossier che si aggiunge alle numerose inchieste aperte sulle passate gestioni del polo di Colleferro.
PROROGA PER MACCARESE – In attesa di capire il destino del polo di Colleferro, mercoledì sera Montanari ha incontrato il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, sulla questione dell’impianto di compostaggio di Maccarese. A quanto pare, il Comune di Roma avrebbe ottenuto una “proroga” sul termine del 14 maggio per il conferimento presso il sito della cittadina aeroportuale, a patto che da qui alle prossime settimane la Giunta capitolina s’impegni a fornire date certe per la realizzazione dei tre impianti previsti sul territorio romano (per i quali si attendono i piani di fattibilità) e a far transitare i camion fuori dal centro abitato.
Ambiente & Veleni
Roma, scontro tra Campidoglio e Regione sull’inceneritore di Colleferro: Raggi vuole eliminare i termovalorizzatori
La giunta guidata da Nicola Zingaretti ha dato il via alla cessione delle quote di Lazio Ambiente, azienda regionale che detiene gli inceneritori, aprendo la strada ai privati. La sindaca invece vuol partecipare al bando per ottenere in gestione il polo, dismettere gli impianti attuali e crearne uno per i “materiali post-consumo”. Una soluzione in linea con il piano Rifiuti Zero avviato per la Capitale
Riconvertire il polo di incenerimento di Colleferro e farlo diventare in una “fabbrica dei materiali come luogo del riuso”. Altro che “un nuovo termovalorizzatore”, soluzione intimata pochi giorni fa dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in una missiva al Campidoglio. Il M5S capitolino apre il braccio di ferro istituzionale sul fronte dell’emergenza rifiuti e scende in campo contro il progetto regionale di rimessa a regime degli impianti situati nel comune a sud della Capitale, considerati dalle amministrazioni a guida Pd (governo, Regione ed ex giunta Marino) “indispensabili” per la chiusura in loco del ciclo dei rifiuti.
NO AL “REVAMPING”, SI AI MULTI-MATERIALI – Le due linee di termovalorizzazione presenti nella Valle del Sacco sono, rispettivamente, una di proprietà dell’azienda regionale Lazio Ambiente e l’altra della società Ep Sistemi, quest’ultima a sua volta partecipata al 60% da Lazio Ambiente e al 40% dalla capitolina Ama. Solo in questo quadro, Virginia Raggi avrebbe voce in capitolo sia come socio minoritario nella gestione di uno dei due impianti sia, sul fronte territoriale, come sindaco della Città Metropolitana di Roma (di cui Colleferro fa parte), sebbene – va ricordato – la decisione finale sia in capo alla Regione Lazio. Si dà il caso che, con delibera 572 del 4 ottobre 2016, la Giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti abbia dato il via proprio alla cessione delle quote di Lazio Ambiente, aprendo di fatto la gestione degli impianti ai privati. A quel punto, al costo di 12,6 milioni di euro già finanziati dalla Pisana, deve seguire il cosiddetto “revamping” dei due termovalorizzatori – ma il bando non è stato ancora pubblicato – in sostanza una “rigenerazione”, letteralmente la rimessa a nuovo di strutture obsolete e fatiscenti.
Ad oggi, infatti, gli inceneritori di Colleferro possono accogliere appena 60mila delle 220mila tonnellate autorizzate, in pratica dei “rottami” (come li ha definiti l’ex ad di Ama, Daniele Fortini), ma la capacità degli impianti verrebbe riportata a regime e addirittura aumentata – secondo il “massimo carico termico” previsto dal decreto Sblocca Italia – proprio grazie ai lavori di rinnovamento. Ecco dunque il progetto del Campidoglio: inserirsi nella procedura avviata dalla Regione, ottenere in gestione il polo di termovalorizzazione di Colleferro attraverso un sodalizio Acea-Ama e dismettere gli inceneritori – inizialmente solo quello di proprietà di Ep Sistemi – creando una sorta di mega impianto per i “materiali post-consumo”. Una soluzione in linea con la vocazione “Rifiuti Zero” avviata dalla giunta Raggi, che darebbe anche una spinta elettorale al M5S Lazio in vista delle elezioni amministrative del 2018. Non a caso la stessa sindaca Raggi, durante la riunione del primo cda di Acea, riguardo agli inceneritori ha affermato: “Faccio riferimento al superamento delle forme tradizionali di smaltimento dei materiali post consumo mediante combustione: si tratta di una tecnologia obsoleta che non va incontro alle esigenze dei consumatori sempre più sensibili alle tematiche ambientali”. Un evidente indirizzo politico e strategico.
LA CORSA CONTRO IL TEMPO – Parliamo di un obiettivo molto ambizioso che, tuttavia, potrebbe incontrare ostacoli pratici e politici non indifferenti. Ad oggi, oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti dalla Capitale (circa il 60% del totale) finiscono nei termovalorizzatori e nelle discariche in giro per l’Italia e per l’Europa. L’assessora capitolina all’Ambiente, Pinuccia Montanari, ha annunciato per i prossimi giorni la presentazione del suo piano rifiuti – per il momento c’è solo quello, insufficiente, per la “gestione dei materiali post-consumo” – sulla base del quale dovrà poi lavorare il suo collega in Regione Lazio, Mario Buschini. L’aut-aut per tutti, però, è fissato al prossimo mese di giugno, entro il quale il ministro Galletti deve avere un piano complessivo credibile che spinga l’Unione Europea a rinnovare i permessi per il conferimento dei rifiuti all’estero e non procedere a ulteriori sanzioni. Nel caso rimanesse deluso dagli enti locali, il governo potrebbe scegliere la via drastica del commissariamento, soluzione che renderebbe tutto più complicato e porterebbe anche a scelte impopolari per i territori, come, appunto, la realizzazione di nuovi inceneritori o l’apertura di nuove discariche. “Siamo pronti alle barricate, non accetteremo nuovi impianti di incenerimento in questa zona”, afferma senza mezzi termini Alberto Valleriani, presidente del Comitato Retuvasa Valle del Sacco.
BILANCI QUADRO “INQUIETANTE” – Quella del M5S capitolino non è solo una battaglia programmatica. La vicepresidente della Commissione capitolina Bilancio, Monica Montella, ha presentato sul suo blog una analisi dettagliata e molto tecnica dei rapporti economici fra le tre aziende presenti presso il polo di Colleferro, Lazio Ambiente, Ep Sistemi e la stessa Ama, annunciando anche l’interessamento della Corte dei Conti. Un quadro contabile “assai inquietante” a “completo svantaggio di Ama”, come spiega la consigliera M5S. “Ama – si legge nel documento – al contrario di Lazio Ambiente non ha ricavato utili nel 2015 e si trova ad avere la quota del 40% di una società con una perdita di 7 milioni di euro. Inoltre ci sono le garanzie prestate da Ama in favore di Ep Sistemi che ammontano a circa 11 milioni di euro che, in caso di insolvenza della stessa, dovranno essere soddisfatte dalla società capitolina”. “Sembrerebbe quasi – azzarda Montella – che il drastico declino della Ep Sistemi sia stato pianificato ad arte appositamente per diminuire il valore delle azioni. Ciò che stupisce è che il Collegio Sindacale ha effettuato rilievi molto blandi in proposito, e addirittura nessun rilievo è stato fatto dalla società di revisione”. Un dossier che si aggiunge alle numerose inchieste aperte sulle passate gestioni del polo di Colleferro.
PROROGA PER MACCARESE – In attesa di capire il destino del polo di Colleferro, mercoledì sera Montanari ha incontrato il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, sulla questione dell’impianto di compostaggio di Maccarese. A quanto pare, il Comune di Roma avrebbe ottenuto una “proroga” sul termine del 14 maggio per il conferimento presso il sito della cittadina aeroportuale, a patto che da qui alle prossime settimane la Giunta capitolina s’impegni a fornire date certe per la realizzazione dei tre impianti previsti sul territorio romano (per i quali si attendono i piani di fattibilità) e a far transitare i camion fuori dal centro abitato.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sui dazi "ci sono dei margini per trovare una quadratura, non siamo fermi a guardare, siamo una nazione per cui è fondamentale l'export, per noi la materia è molto importante. Non ho certezze, dico che la materia è molto complessa, bisogna ragionare in maniera pragmatica e non rispondere per istinto, altrimenti rischieremmo di crearci più problemi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
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Roma, 18 mar. - (Adnkronos) - La comunità energetica nazionale copre l’intero territorio italiano sfruttando la trasparenza della blockchain: un milione è l’investimento dal 2018 fino ai giorni nostri in cui Rete Verde Italia inizia a vedere la luce. Il progetto ideato da Western CO e Western Engineering - si spiega in una nota - ha la sua peculiarità non solo nelle dimensioni delle comunità che avranno una rete collegata da cabine primarie Enel ma nella certezza che i dati saranno visibili e tracciabili.
Grazie ad un sistema innovativo si avrà la conoscenza in tempo reale dell’energia consumata e scambiata dagli impianti i cui dati verranno registrati su blockchain in modo da essere visibili sulla piattaforma Westernchain. La comunità potrà vantare a regime di massimo equilibrio un risparmio di energia pari al 40%. Rete Verde Italia E.T.S. per indirizzare la sua attività nel terzo settore si è costituita in Fondazione di partecipazione con iscrizione al Runts.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - "Il nostro programma di investimenti di 6 miliardi per le infrastrutture per la mobilità potrà esser messo a terra nei prossimi 3 anni. Pensiamo di aver aperto un ciclo". Lo ha detto oggi il presidente di Edizione, Alessandro Benetton, durante il suo intervento al convegno di Affari & Finanza'L'Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell'era di Trump', in corso a Milano.
Nel corso degli ultimi 3 anni (2022-2024), il Gruppo Mundys ha realizzato investimenti organici per oltre 4,4 miliardi di euro, di cui 1,4 circa in Italia, per il potenziamento e l'ampliamento delle infrastrutture in concessione, per l'introduzione di innovazioni tecnologiche, per l'erogazione di nuovi servizi digitali agli utenti e per la riduzione in modo significativo le emissioni delle proprie infrastrutture, anche generando energia tramite fonti rinnovabili.
Dal punto di vista della crescita inorganica, nel periodo 2022-2025 Mundys ha effettuato investimenti per oltre 2,5 miliardi di euro (pari a 7 miliardi di ev 100%) per acquisire nuovi assets in Francia, Spagna, Porto Rico, Cile.
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono riuniti oggi a Bruxelles per continuare un dialogo costruttivo con le istituzioni dell'UE sull'impatto delle politiche e dei regolamenti dell'UE sugli obiettivi globali di competitività e sostenibilità del settore. I Ceo - si legge in una nota - hanno sottolineato l'impegno di lunga data del settore per un futuro sostenibile e hanno chiesto un processo decisionale collaborativo che riconosca le caratteristiche uniche, le sfide e i contributi significativi del settore all'economia dell'UE.
L'Alliance ha anche presentato un nuovo rapporto redatto da Oxford Economics, che sottolinea il significativo impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. La filiera della bellezza e della cura della persona contribuisce per 180 miliardi di euro al PIL dell'UE, pari a 496 milioni di euro generati ogni giorno, e sostiene quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Le aziende produttrici di prodotti di bellezza e cura della persona dell'UE inoltre esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro a clienti al di fuori dell'UE rendendo l'UE-27 il più grande esportatore di prodotti di bellezza e cura della persona al mondo. L'industria della bellezza e della persona dell'UE continua a crescere e a essere leader nella concorrenza globale, con 5 delle 7 maggiori aziende di bellezza con sede nell'UE, ma questo successo non è scontato.
I Ceo hanno invitato le istituzioni dell'UE a impegnarsi in un dialogo costruttivo per discutere l'impatto delle politiche e della legislazione dell'UE, al fine di garantire che la catena del valore della bellezza e della cura della persona possa mantenere la sua posizione di leader sulla scena globale.
Ad esempio, l'Alleanza invita l'UE a rivedere urgentemente la legislazione recentemente adottata sul trattamento delle acque reflue urbane per garantire che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio "chi inquina paga". Ciò non solo guiderà lo sviluppo di prodotti più sostenibili in tutti i settori industriali, ma garantirà anche che ciò non imponga un onere di costo sproporzionato a uno dei pochi settori leader a livello mondiale in Europa. L'Alleanza ritiene che l'imminente processo Omnibus rappresenti un'opportunità ideale per correggere questo squilibrio e promuovere condizioni di parità per tutte le industrie che contribuiscono all'inquinamento delle acque.
Guardando al futuro, gli amministratori delegati hanno anche esortato l'UE a dare priorità ai seguenti settori chiave: Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: concentrarsi sulla sicurezza dei consumatori e sulla protezione dell'ambiente sulla base di una solida valutazione del rischio e dell'uso reale degli ingredienti, mantenendo elevati standard scientifici; Accordi commerciali: dare priorità all'accesso al mercato, ridurre le barriere normative e sostenere l'esportazione di prodotti europei di alta qualità. Rafforzare i controlli doganali e applicare rigorosamente i requisiti ambientali e di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, per garantire condizioni di parità. - Transizione verso la bioeconomia: attuare politiche che sostengano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il "green premium" per le tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento affidabile a lungo termine di materie prime sostenibili. - Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l'industria per sviluppare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per migliorare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze in evoluzione del settore.
La Value of Beauty Alliance continua a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell'UE per sviluppare politiche che promuovano l'innovazione, creino posti di lavoro e garantiscano la continua competitività globale dell'industria europea della bellezza e della cura della persona. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il continuo contributo dell'industria all'economia europea e a un futuro sostenibile.
(Adnkronos) - Terremoto oggi martedì 18 marzo a Potenza. Registrata alle 10.01, la potente scossa di magnitudo 4.2, si è verificata - secondo i dati dell'Ingv - a sei chilometri dal Comune di Vaglio Basilicata e a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in Puglia.
A seguito dell’evento sismico, la Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione civile. Dalle prime verifiche effettuate, in seguito all’evento non risulterebbero danni a persone o cose.
Dopo la scossa, sono state sospese le attività scolastiche nel capoluogo dove è stata avvertita in modo molto forte. Gli studenti sono usciti dalle scuole per precauzione, poi è stata disposta la sospensione delle attività didattiche in tutti gli istituti di ogni ordine e grado per oggi, a eccezione dell'università, con ordinanza del sindaco Vincenzo Telesca.
Verifiche sono in corso in scuole e ospedali a Potenza e nei Comuni della provincia, limitrofi all'area epicentrale della scossa. Al momento non risultano problemi. "Nessuna criticità riscontrata'', ha fatto sapere il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Inoltre la direzione dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza ha dato mandato all'unità operativa della gestione tecnico-patrimoniale di effettuare ''una scrupolosa procedura di verifica delle cinque strutture ospedaliere afferenti all'azienda''. L'attività ospedaliera e amministrativa prosegue regolarmente, senza alcuna interruzione, e viene garantita la piena operatività dei servizi sanitari e amministrativi per pazienti, operatori e cittadini.
Per i controlli agli edifici pubblici a Potenza e nei Comuni della provincia è stato intanto rinforzato con dieci unità il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco. Cinque squadre dei vigili del fuoco sono operative per verifiche sugli edifici di interesse pubblico. Una ricognizione dall'alto è stata effettuata dall'elicottero Drago VF67 del reparto volo di Pontecagnano (Salerno) nell'area tra Potenza e Vaglio Basilicata, Comune in cui è stato rilevato l'epicentro dall'Ingv. La situazione è monitorata anche dalla sala operativa della protezione civile regionale. Non si registrano problemi, stando a quanto finora accertato.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata temporaneamente e in via precauzionale tra Tito e Potenza. I treni Intercity e regionali possono registrare ritardi e subire cancellazioni o limitazioni di percorso. A Potenza è stato attivato il centro operativo comunale, contattabile ai numeri 0971415832 e 3669394022.