Secondo i ricercatori che firmano uno studio sul Journal of Glaciology (Cambridge) non si tratta dell'effetto di alcune alghe rosse, ma dalla presenza di un lago salato sotterraneo, già esistente 1,5 milioni di anni fa, contenente alti dosi di ferro che si ossida una volta raggiunto il contatto con l'aria
Che non fosse sangue era chiaro da tempo, ma adesso è stato scoperto cosa scatena il fenomeno delle “cascate di sangue” osservato dal geologo Griffith Taylor sul lago ghiacciato Bonney, in Antartide. Secondo i ricercatori che firmano uno studio sul Journal of Glaciology (Cambridge) non si tratta dell’effetto di alcune alghe rosse, ma dalla presenza di un lago salato sotterraneo, già esistente 1,5 milioni di anni fa, contenente alti dosi di ferro che si ossida una volta raggiunto il contatto con l’aria.
Grazie all’utilizzo di un ecolocazione chiamato RES (radio-eco sounding), gli scienziati hanno svelato che sotto la superficie ghiacciata c’è una massa di acqua che scorre da milioni di anni. La cosiddetta “cascata di sangue” è situata all’estremità nord dal ghiacciaio Taylor, che si estende per 100 chilometri ed è parte dei monti transartartici. E quando la catena montuosa ha iniziato ad estendersi – milioni di anni fa – ha intrappolato il lago salato al di sotto di una spessa coltre di neve e ghiaccio. In tal modo il lago è diventato sempre più concentrato, finché la brina è diventata troppo salata per ghiacciarsi alle normali temperature. La brina sotterranea, come spiegano i ricercatori nello studio, ha poi iniziato a grattare via il ferro dalle rocce su cui il lago poggia. Una volta raggiunta la superficie, allora, l’acqua del lago assume la sua coloritura rosso sangue a causa del contatto tra il metallo in essa contenuta e l’aria.