È stato arrestato dopo aver minacciato i poliziotti. Il motivo? Non gli è stato accordato il permesso per seppellire il figlio nel cimitero della cittadina dove abitavano. Solo che il figlio era il terrorista assassinato a Parigi dopo aver ucciso un poliziotto sugli Champs-Elysees. È finito agli arresti il padre di Karim Cheurfi, il terrorista abbattuto dai poliziotti il 21 aprile scorso nel centro della capitale francese. L’uomo aveva minacciato alcuni poliziotti in banlieue di Parigi.
Secondo la radio RTL, Cheurfi senior – che sarebbe stato furioso contro il comune di Noisy-le-Grand che non gli ha dato il permesso per seppellire il figlio nel cimitero locale – si è presentato al commissariato ed ha gridato minacce contro i poliziotti presenti.
fSchedato come a rischio radicalizzazione, Cheurfi era già noto alle forze dell’ordine prima dell’attacco sugli Champs-Elysees. Il 6 aprile 2001, infatti, aveva rubato un’auto a Roissy-en-Brie, a 30 chilometri da Parigi. Dopo uno scontro con una vettura su cui viaggiava un allievo poliziotto insieme al fratello, Karim si dà alla fuga. Ma viene inseguito dai due e il futuro agente allerta i colleghi. Karim finisce in un fosso, l’allievo esce dall’auto e lo raggiunge. A quel punto Karim spara due colpi al ventre dei fratelli e scappa a piedi, venendo acciuffato dopo un breve inseguimento.
Ma non è finita. L’8 aprile Karim riesce a convincere un poliziotto a entrare nella sua cella con una scusa (secondo la Bfm-Tv, diceva di aver bisogno di medicinali), si impossessa della sua arma e fa fuoco, sparando cinque colpi e ferendo gravemente l’agente che però riesce a richiamare i colleghi, che immobilizzano il criminale. Viene indagato per tentato omicidio e nel 2003 è condannato a 20 anni di reclusione, poi ridotti a 15 in corso di appello nel 2005. Dodici anni dopo l’attacco a colpi di kalashnikov nel centro parigino che è costato la vita all’agente Xavier Jugele.