Cronaca

Verona, l’ordine apre procedimento su medico anti-chemio su Facebook: “Verrò radiato”

Il procedimento disciplinare è stato deliberato "per avere, in qualità di medico ed esperto di fitoterapia, sul gruppo Fb o direttamente sul suo profilo Facebook, o in altri siti, pubblicato e quindi proposto ai pazienti un protocollo chiamato 'Chemioterapia naturale, volto, secondo sua indicazione, a prevenire e trattare le malattie tumorali in maniera naturale evitando la chemioterapia"

“Vi faccio consapevoli che verrò radiato dall’ordine”. È l’annuncio comparso sulla pagina Facebook di un medico di base di Badia Calavena (Verona) su cui la Commissione Albo dei Medici dell’Ordine dei Medici di Verona ha aperto un procedimento disciplinare per le sue posizioni contrarie alla chemioterapia per la cura dei tumori. Nella comunicazione, l’ordine dei medici di Verona afferma di aver deliberato il procedimento disciplinare a carico di Claudio Sauro “per avere, in qualità di medico ed esperto di fitoterapia, sul gruppo Fb o direttamente sul suo profilo Facebook, o in altri siti, pubblicato e quindi proposto ai pazienti un protocollo chiamato ‘Chemioterapia naturale, volto, secondo sua indicazione, a prevenire e trattare le malattie tumorali in maniera naturale evitando la chemioterapia”.

In tali pubblicazioni web, afferma l’Ordine, “la proposta di trattamenti non convenzionali appare ambiguamente o esplicitamente volta a sottrarre i pazienti a trattamenti comprovati ed efficaci (con violazione dell’articolo 15 del codice deontologico), e non contiene l’esplicita menzione che alcune informazioni riguardano studi di ricerca di base e sperimentazioni chimiche non ancora validate per la normale pratica clinica, configurando quindi mancanza di informazione e divulgazione prudente, che non alimenti aspettative inadeguate”. L’Ordine imputa a Sauro, inoltre, di aver “sempre via web, dichiarato di aver proposto o consigliato ai pazienti trattamenti terapeutici non convenzionali ma anche farmacologici fuori dell’indicazione terapeutica e a dosaggi non autorizzati dall’Agenzia del Farmaco, o al di fuori di protocolli sperimentali autorizzati”.

Infine di “aver sottoposto i pazienti a trattamenti fuori indicazione ‘off label’, senza idonea documentazione scientifica, avviando una sorta di sperimentazione clinica non autorizzata e autogestita, in mancanza di consenso informato scritto e senza garantire trattamenti di efficacia consolidata”. A Sauro, che ha un seguito sui social, viene poi imputato di aver pubblicato su un altro sito “informazioni inadeguate e contrarie alle linee guida internazionali riguardanti il trattamento del tumore della mammella”. L’Ordine gli attribuisce in aggiunta l’aver “proposto trattamento fitoterapico in sospetto conflitto di interessi”. Il giudizio definitivo, informa l’ordine di Verona, è stato fissato per il 23 maggio. Sul profilo Facebook del medico ci sono molti messaggi di solidarietà e attestati di stima nei confronti del camice bianco.

La scorsa settimana è stata ratificata la prima radiazione da parte di un ordine dei medici per comportamenti antiscientifici: l’Ordine dei Medici di Treviso ha infatti radiato, e si tratta del primo caso in Italia, il dottor Roberto Gava per le sue presunte posizioni contrarie alle vaccinazioni.

“In tutta Italia sono una decina, al momento, i procedimenti disciplinari noti aperti a carico di medici che sosterrebbero posizioni antiscientifiche” spiega all’Ansa il vicepresidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Maurizio Scassola. Al momento, rileva, “abbiamo notizia di una decina di procedure aperte, mentre sono 14 in totale i ricorsi di medici contro procedimenti disciplinari di vario tipo al vaglio della Commissione centrale disciplinare nazionale”. Scassola mette quindi in guardia dalle “dilaganti posizioni anti-scienza: stiamo vivendo un periodo molto pericoloso”. Duro anche il suo giudizio rispetto all’uso che anche vari medici fanno del web: “È scorretto utilizzare la Rete o Facebook per parlare di argomenti delicati, invece di discuterne nelle sedi opportune. È scorretto usare il web per diffondere informazioni non scientifiche, creando una cassa di risonanza – ha concluso – che fa enorme danno”.