Nel braccio di ferro tra Ue e Regno Unito sulle linee guida per la Brexit si inserisce un nuovo elemento. O meglio personaggio. Venti anni dopo la sua prima vittoria e dieci anni dopo la sua uscita di scena da Downing Street, Tony Blair vuole tornare in campo. In un’intervista al Daily Mirror, l’ex premier laburista britannico ha annunciato la sua intenzione di scendere di nuovo nell’arena politica per “sporcarsi le mani” contro la Brexit.
“Questa Brexit – spiega Blair, quando mancano cinque settimane al voto anticipato nel Regno Unito, al quale fa sapere di non volersi candidare – mi ha direttamente motivato per essere più coinvolto nella politica. Bisogna sporcarsi le mani e io me le sporcherò”. Theresa May proprio per rendere più efficace il divorzio dall’Unione europea ha indetto le elezioni per il prossimo 8 giugno.
L’ex premier 63enne ammette quindi: “So che non appena metterò la testa fuori, sarò sommerso da un mare di critiche, ma questa è una cosa che mi sta veramente a cuore”. “Non voglio ritrovarmi nella situazione in cui, attraversando questo momento storico, non ho detto nulla – ha continuato Blair – perché questo significherebbe che non mi importa di questo paese. E non è così. Non sono sicuro di poter trasformare questo in un movimento politico ma penso che sia un insieme di idee che molta gente sosterrà”.
Sono molte le ncognite nel cammino verso il voto dell’8 giugno, che sembrava tutto in discesa, a partire dai sondaggi in cui l’ampio vantaggio dei Tories sul Labour comincia a ridursi. Secondo alcuni sondaggi sta diminuendo il distacco. In base a una rilevazione di YouGov, i Tories hanno perso 10 punti nell’ultima settimana, passando da un distacco di 23 punti a 13. In termini percentuali il partito di governo è al 44% contro il 31% dei laburisti. E forse per questo Blair ha deciso di uscire allo scoperto. May quindi deve controllare vari fronti, in patria e all’estero, consapevole che si sta giocando il suo futuro politico. È lei stessa a dirlo in una intervista alla Bbc: “Queste sono le elezioni più importanti della mia vita”. Mentre al Sunday Telegraph ha ribadito che non intende discostarsi dalle sue priorità: libero mercato senza dazi, fine della giurisdizione delle Corti europee, fine della libera circolazione dei migranti, come illustrato in un suo discorso alla Lancaster House a gennaio. Non solo, ha respinto la proposta di risolvere la questione del “conto del divorzio” con Bruxelles all’inizio delle trattative: su questo punto è stata chiara sottolineando che “deve essere discusso tutto insieme”, sia quindi l’addio di Londra all’Ue che i rapporti futuri. Ma per realizzare il suo progetto “serve una mano forte nei negoziati” che “in certi momenti saranno duri” e per questo uno degli slogan dei Conservatori nella campagna elettorale fa riferimento a una guida “sicura e stabile” per il Paese. Lei si propone di diventarla grazie all’ampio mandato che conta di ricevere dalle urne.