I centri sociali volevano entrare a piazza San Carlo dov'erano in programma le conclusioni di sindacati e istituzioni. Secondo la questura, però, lo spezzone era aperto da una ventina di persone travisate e armate di bastone. Fermata una manifestante
Scontri a Torino tra forze dell’ordine e antagonisti in coda al corteo per il Primo Maggio. I centri sociali hanno sfilato al fondo del corteo, dietro uno striscione con la scritta “Poletti infame” e un furgone con la bandiera No Tav. La tensione si è verificata all’imbocco di via Roma da piazza Castello. Secondo una prima e parziale ricostruzione della questura un gruppo di antagonisti ha tentato per tre volte di entrare a piazza San Carlo, dove erano in programma i comizi finali dei dirigenti dei sindacati. Le forze dell’ordine hanno bloccato l’ingresso a queste poche decine di manifestanti perché erano a volto coperto e armati di bastoni, nonostante si trovassero in testa allo spezzone del corteo rappresentato dai centri sociali, composto da circa 200 persone. La polizia, posta a sbarramento, si è frapposta e ha evitato che i manifestanti deviassero dal percorso autorizzato. A un certo punto è partito un lancio di uova contro le forze dell’ordine e la polizia è stata costretta ad effettuare alcune cariche di alleggerimento.
Una manifestante è stata fermata. Per i centri sociali non c’è stato “nessun cambiamento a Torino dalla giunta Fassino a quella Appendino“. Dopo diversi minuti di tensione, gli antagonisti sono stati lasciati entrare in piazza San Carlo, dove nel frattempo si erano conclusi gli interventi. “Parlano di aperture ma non c’è alcuna apertura. E Torino è in crisi come prima“, è l’accusa dei centri sociali, che hanno riservato insulti per tutti. “Il paradosso è che si vorrebbe impedire di manifestare al primo maggio a quanti criticano questo governo, trasformando questa giornata in una passerella istituzionale e privandola del suo significato – dice Marco Rizzo del Partito Comunista (da non confondersi col Pci) – Se qualcuno è fuori posto al primo maggio non è chi critica il governo, ma gli esponenti del partito di governo”.