E’ morto Valentino Parlato, fondatore e a più riprese direttore del Manifesto. Parlato aveva 86 anni, essendo nato a Tripoli, in Libia, il 7 febbraio 1931. Ha diretto il quotidiano in 7 periodi diversi: l’ultima volta lasciò il testimone all’attuale direttore, Norma Rangeri. “Comunista per tutta la vita – si legge sul sito del Manifesto – ha militato nel Pci fino alla radiazione, lavorato a Rinascita, fondato e difeso il manifesto in tutta la sua lunga storia. Per ora ci fermiamo qui, abbracciando forte la sua splendida famiglia e tutti i compagni che, come noi, l’hanno conosciuto e gli hanno voluto bene”. Quando lasciò la direzione per l’ultima volta scrisse alla Rangeri: “La crisi non è solo di soldi, ma anche di soldati e di linea. Dopo più di quarant’anni sono fuori di questo manifesto che è stata tanta parte della mia vita”.
Tra le sue ultime uscite, con interviste e interventi, il suo No al referendum costituzionale e il “tradimento” della sinistra col voto a Virginia Raggi alle Comunali di Roma: “Ero talmente indignato verso il Pd che per la prima volta ho tradito la sinistra, spero sia anche l’ultima”. “Renzi – aveva detto alcuni mesi fa – è capace, intelligente. Un leader. Ma non mi è mai piaciuto. Perciò voterò No”. Dei Cinquestelle aveva detto: “La loro protesta è fondata. Tuttavia Grillo mi fa pensare all’Uomo qualunque della mia giovinezza, capace di parlare agli scontenti, ma senza una vera idea. Grillo ti fa contento solo sul breve periodo”.
Gran fumatore, si scaglia contro la legge Sirchia considerandola liberticida. Si è raccontato nel documentario del 2005 Vita e Avventure del Signor di Bric à Brac, realizzato dal figlio Matteo con Roberto Salinas e Marina Catucci, dove ripercorre le tappe fondamentali della sua biografia, dall’infanzia in Libia al comitato centrale di via delle Botteghe Oscure, alla crisi della sinistra “che non si riconosce neanche allo specchio”. Provocatore fino alla fine, ha anche detto di vedere di buon occhio l’elezione di Trump, per spronare la sinistra a riappropriarsi del suo ruolo.
Una voce libera e autorevole. Addio a #ValentinoParlato, tra i fondatori del @ilmanifesto e per anni suo direttore.
— Pietro Grasso (@PietroGrasso) 2 maggio 2017
“Un ultimo saluto a Valentino Parlato, vero intellettuale e grande giornalista che nel corso della sua vita ha fatto del giornalismo indipendente il cuore pulsante del Manifesto. La sua voce critica ci mancherà” ha commentato il ministro della Cultura Dario Franceschini.
Mi rammarica la scomparsa di Valentino Parlato. Giornalista e intellettuale di pregio, la sua voce critica fu spesso stimolo per la sinistra
— Anna Finocchiaro (@FinocchiaroAnna) 2 maggio 2017
Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ricorda: “Lo avevo salutato pochi giorni fa a un nostro convegno su Gramsci. Un grande giornalista, un compagno. Ci mancherà tantissimo. Un abbraccio ai suoi cari, al collettivo del Manifesto, a tutti i compagni e le compagne che gli hanno voluto bene”.