Oltre 800 giorni dopo il varo in consiglio dei ministri da parte del governo Renzi, il ddl Concorrenza ha ottenuto il via libera del Senato con la fiducia, incassando 158 sì, 110 no e un astenuto. E si prepara ora a tornare alla Camera per la terza lettura. Durante la navetta parlamentare molte delle novità che sulla carta avrebbero dovuto favorire i consumatori sono saltate, secondo le accuse, per effetto di una massiccia attività di lobbying. Altre parti sono state stralciate per evitare intoppi o talmente modificate da finire per ottenere effetti contrari rispetto all’intento di promuovere la concorrenza. A dicembre dello scorso anno il presidente dell’autorità Antitrust, Giovanni Pitruzzella, aveva avvertito: “Sembra che il ddl si sia trasformato in qualcos’altro e forse questo una riflessione la deve porre”. Per poi chiedersi se mettere insieme tante misure che riguardano diversi settori, in un testo lievitato da 33 a 74 articoli, “non accresca il potere delle lobby di bloccare il processo legislativo”. Ora, mentre il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda esprime “grande soddisfazione” per quello che considera un “importante strumento per promuovere la crescita economica, gli investimenti e l’occupazione”, Federconsumatori e Adusbef parlano di “legge a favore delle solite banche, assicurazioni e soprattutto gestori di energia elettrica”. E bollano come “atto ingiustificabile e servile” far passare “una norma tanto inutile e dannosa, scritta per le aziende e non per i cittadini”.
Sconti Rc auto a discrezione delle compagnie – Sono saltate le modifiche alle norme sull’Rc auto che avrebbero tagliato i risarcimenti per chi muore o resta gravemente ferito in un incidente. Ma le compagnie assicurative hanno tra il resto ottenuto di poter fare sconti del tutto discrezionali a chi installa la scatola nera. Maglie larghe anche sul fronte dei ribassi da garantire agli automobilisti virtuosi che vivono al Sud: le assicurazioni dovranno praticare uno sconto “aggiuntivo e significativo” calcolato sulla base di parametri oggettivi “tra cui la frequenza dei sinistri e il relativo costo medio”.
Tornano le penali (mascherate) per chi disdice un contratto di telefonia -Resta poi, nonostante le critiche arrivate anche dal garante delle Comunicazioni, la beffa della penale per chi recede da un contratto di telefonia. Il decreto Bersani del 2007 aveva vietato di imporre qualsiasi tipo di spesa al consumatore che chiude il rapporto con un operatore. Il ddl concorrenza non parla di penali ma prevede la possibilità di far pagare le “spese relative al recesso o al trasferimento dell’utenza ad altro operatore”, con l’unico paletto che devono essere “commisurate al valore del contratto e ai costi reali sopportati dall’azienda, ovvero ai costi sostenuti per dismettere la linea telefonica o trasferire il servizio, e comunque rese note al consumatore al momento della pubblicizzazione dell’offerta e in fase di sottoscrizione del contratto, nonché comunicate, in via generale, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”.
Medicinali di fascia C solo in farmacia – I medicinali di fascia C con obbligo di ricetta continuano a poter essere venduti solo in farmacia nonostante, secondo Federconsumatori e Adusbef, la liberalizzazione possa far risparmiare a ogni famiglia circa 42 euro annui. Le società di capitali potranno inoltre controllare le farmacie ma dovranno rispettare un tetto del 20% su base regionale.
I notai mantengono tutti i privilegi – I notai, a dispetto dei rilievi arrivati anche dalla Commissione Ue, sono riusciti a tenere il punto: per esempio per costituire una srl non sarà sufficiente una scrittura privata, come prevedeva la prima versione del ddl, ma si continuerà a dover pagare un professionista. Non sarà poi possibile affidare ai soli avvocati le scritture degli atti per le compravendite di immobili con un valore inferiore ai 100mila euro. Nulla di nuovo poi per le società di ingegneria e per quelle fra avvocati. Le prime restano fuori dal controllo dell’ordine degli ingegneri, le seconde continuano a dover avere fra i soci, per almeno due terzi del capitale sociale e dei diritti di voto, avvocati iscritti all’albo. Altrimenti, dovranno essere sciolte.
Solo rinviato l’addio al mercato tutelato dell’energia – L’addio al mercato tutelato dell’energia, dopo le polemiche, è ulteriormente slittato (al giugno 2019), ma non è stato cancellato nonostante ci sia evidenza che le bollette di chi si rivolge a un fornitore scelto sul mercato libero sono più alte. Durerà poi fino al prossimo settembre, tre mesi in più rispetto a quanto previsto dal testo approvato dalla commissione Industria lo scorso 2 agosto, il monopolio di Poste sull’invio di multe e notifiche di atti giudiziari. Tramontata l’ipotesi di introdurre nel disegno di legge la norma “antiscorrerie” annunciata dal ministro Carlo Calenda.
Un anno per le nuove norme su taxi e Ncc – Sul fronte della contesa tra tassisti e conducenti di Ncc, anche coordinati attraverso app come Uber, il ddl prevede che il governo debba adottare entro 12 mesi un decreto legislativo di riforma organica del settore del trasporto pubblico non di linea. Tra i principi e criteri da rispettare c’è la previsione di armonizzare l’offerta di servizi “alle nuove forme di mobilità che si svolgono grazie ad applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti” e la richiesta di “adeguare il sistema sanzionatorio per le violazioni amministrative, individuando sanzioni efficaci, dissuasive e proporzionate alla gravità della violazione, anche ai fini di contrasto di fenomeni di abusivismo”. Secondo Salvatore Tomaselli, relatore del provvedimento e capogruppo Pd in commissione Industria a Palazzo Madama, “il ruolo principale e fondamentale è affidato al servizio taxi e così sarà ancora in futuro” ma “sarebbe ipocrita non cogliere le novità del tempo che derivano dall’affermazione dei sistemi digitali e quindi delle applicazioni web”. Secondo Maurizio Gasparri (Fi) si tratta di “una normativa penalizzante per i tassisti” e “la categoria è stata ingannata dal governo Gentiloni”.