Le parole del deputato certificano in pratica l'inizio delle grandi manovre in vista delle elezioni politiche, che potrebbero a questo punto arrivare anche prima della naturale scadenza della legislatura. Oggi ho parlato con Lorenzo Guerini, gli ho detto che noi vogliamo andare al voto, e lui mi ha detto pure noi", aveva detto appena ieri Alessandro Di Battista
Il candidato premier del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche? Sarà scelto a settembre. Ad annunciarlo è uno dei parlamentari indicati da più parti come il principale aspirante candidato alla presidenza del consiglio: Luigi Di Maio.
“Nei prossimi mesi, completeremo il processo condiviso di scrivere il programma di governo, che sarà pronto per la fine di luglio. In settembre, eleggeremo il candidato premier e identificheremo i ministri che saranno presentati ai cittadini italiani prima delle elezioni politiche. Nel 2018, l’Italia potrebbe avere il primo governo fondato sulla democrazia diretta“, si legge in un estratto del discorso che il vice presidente della Camera terrà all’università di Harvard, alle 18, ora degli Stati Uniti (le 24 in Italia). Il discorso di Di Maio, dunque, annuncia implicitamente due cose: il candidato grillino a Palazzo Chigi sarà “eletto“, e dunque sarà votato probabilmente sulla piattaforma online Rousseau. I ministri, invece, saranno “identificati” e quindi si tratterà di nomi individuati anche fuori dal Movimento: personalità che potrebbero anche non passare da un voto online. Ma non solo.
Perché le parole del deputato da Harvard, certificano in pratica l’inizio delle grandi manovre in vista delle elezioni politiche, che potrebbero a questo punto arrivare anche prima della naturale scadenza della legislatura.“Oggi ho parlato con Lorenzo Guerini, gli ho detto che noi vogliamo andare al voto, e lui mi ha detto pure noi. Noi vogliamo andare al voto il prima possibile, perché la legislatura è finita quel 4 dicembre”, aveva detto appena ieri il deputato Alessandro Di Battista. E in effetti la sensazione è che anche in casa Pd l’obiettivo sia votare prima del febbraio 2018, soprattutto dopo la vittoria di Matteo Renzi alle primarie.”Non sappiamo il giorno in cui voteremo”, si è lasciato sfuggire l’ex premier la sera della rielezione al Nazareno. L’ennesimo indizio che testimonia come anche tra i dem si possa diffondere a breve la voglia di urne. Prima, però, occorre una legge elettorale.
Nel frattempo Di Maio si è premurato di annunciare le mosse del M5s direttamente dagli Stati Uniti. In un altro passaggio dello speech che terrà davanti agli studenti di Harvard, tra l’altro il vicepresidente della Camera affronta la questione delle elezioni presidenziali francesi: domenica, infatti, Emmanuel Macron e Marine Le Pen si contenderanno l’Eliseo e fino ad oggi il M5s non ha fatto endorsement per alcuno dei due candidati. “Tra pochi giorni in Francia avrà luogo il ballottaggio per le presidenziali. Il Movimento 5 Stelle non ha mai espresso preferenze durante il primo turno e non lo ha fatto e non lo farà neanche in questa occasione. Il motivo per noi è molto semplice e sta nel fatto che siamo una forza politica post ideologica che guarda ai fatti e non agli schieramenti. Il prossimo Presidente francese sarà il nostro interlocutore“, si legge nell’abstract, che è stato diffuso alla stampa prima del dibattito del parlamentare nella prestigiosa università.
Agli studenti di Harvard, dunque, il deputato grillino parlerà anche dei rapporti tra il M5s e gli altri partiti europei. “L’esperienza del Movimento 5 Stelle è totalmente un’altra cosa rispetto ai partiti come Podemos, Syriza, Front National, Afd, Ukip. Per noi questi partiti sono già vecchi poiché sono intrisi da ideologie del passato. Non si può fare confusione tra ideologia e valori. Il Movimento si ispira ai valori della democrazia, del rifiuto della guerra, dell’antirazzismo, contro ogni tipologia di malaffare e a favore della legalità”. Quindi il vicepresidente della Camera parla anche della posizione del M5s in Europa. “Il Movimento 5 Stelle non è una forza politica contraria all’Unione Europea, anzi, ambisce a renderla un’unione di cittadini e non, com’è ora, di lobby e protezionismo. Il Movimento chiede all’Europa che essa attui quanto previsto nel Trattato di Lisbona: che sia un’Europa dei cittadini. E non delle banche, aggiungiamo noi. Per questo motivo riteniamo imprescindibile avviare un dibattito sulla permanenza nell’Euro”.