Google verserà al fisco italiano 306 milioni di euro. Il gruppo di Mountain View ha raggiunto dopo sei mesi di trattative un accordo con l’Agenzia delle Entrate per chiudere, sotto il profilo tributario, il caso nato nel gennaio 2016 con la presentazione da parte della Guardia di Finanza di un verbale che contestava un’evasione fiscale di 227 milioni tra 2008 e 2013. Cui andavano sommati interessi e sanzioni, fino a raggiungere i 300 milioni di euro. Dal punto di vista penale, la Procura di Milano ha chiuso un’inchiesta per presunta evasione a carico di cinque manager del gruppo. Alla chiusura del contenzioso fiscale, si potrebbe definire l’inchiesta con patteggiamenti e archiviazioni, sulla falsariga di quanto avvenuto con Apple nell’ottobre 2016.
La cifra concordata con le Entrate è superiore al previsto: a gennaio si erano diffuse indiscrezioni secondo cui il motore di ricerca avrebbe versato una cifra compresa tra 270 e 280 milioni. Un portavoce dell’azienda ha però fatto sapere che consentirà di “risolvere senza controversie le indagini relative al periodo tra il 2002 e il 2015“. L’accordo è stato dunque esteso anche agli anni successivi al 2013, l’ultima annualità contenuta nel verbale di constatazione delle Fiamme Gialle. Con Google, spiega l’Agenzia, sarà inoltre avviato “un percorso per la stipula di accordi preventivi per la corretta tassazione in Italia in futuro delle attività riferibili al nostro Paese”. Google dal canto suo “conferma il suo impegno nei confronti dell’Italia e continuerà a far crescere l’ecosistema on line del Paese”.
Sui 306 milioni (che secondo Google saranno versati “in aggiunta alle tasse già pagate in Italia per quegli anni”), “oltre 303 milioni sono attribuiti a Google Italy e meno di tre milioni a Google Ireland“. A Google, che all’epoca aveva dichiarato di rispettare “la normativa fiscale di tutti i Paesi in cui opera”, venivano mossi due rilievi: a fronte di ricavi complessivi accertati in Italia dal 2009 al 2013 per oltre un miliardo di euro, la Finanza sosteneva che la società non avesse dichiarato un reddito imponibile di circa 100 milioni. L’imposta Ires che si riteneva quindi evasa (il 27%) era di circa 27 milioni. Secondo rilievo: i finanzieri imputavano la mancata applicazione di ritenute sulle royalties corrisposte alle società estere della stessa Google. Queste ritenute, a fronte di circa 600 milioni, venivano calcolate in circa 200 milioni. Da qui, la cifra complessiva originariamente contestata (fino al 2013) di 227 milioni.