ADORABILE NEMICA di Mark Pellington. Con Shirley MacLaine, Amanda Seyfried, AnnJewel Lee Dixon. Usa 2017. Durata: 107’. Voto 2,5/5 (DT)
“Se non si ha nulla di carino da dire su una persona meglio tacere”. Vuole avere il controllo su tutto e tutti, Harriet Lauler, anziana, solitaria, e ricca businesswoman, odiata però dal mondo intero. Non basta vessare giardiniere, parrucchiera, e perfino il medico che la cura dopo uno strampalato suicidio. Harriet decide che tutto si gioca nel suo futuro necrologio. E per modificare il suo ricordo post trapasso spadroneggia dentro alla Bristol Gazette locale, ampiamente foraggiata di pubblicità negli anni, “assumendo” Anne, l’addetta al classico “Obituary”. Ma la povera ragazza tra 100 nomi fornitegli dalla Lauler non ne trova nemmeno uno che voglia donare un ricordo positivo della signora. Perfino la ginecologa (“aveva una vagina rancorosa”) e il prete (“era odiosa, diceva che il vino durante la messa era orribile”) non riescono nella banale impresa. Adorabile nemica ha un grosso punto di forza e diversi piccoli e diffusi punti di debolezza. La MacLaine impone la sua brillante autorevolezza performativa frutto di una carriera monumentale, ma attorno a lei una regia “vetrina” per il personaggio, e un testo talmente lontano da un qualsiasi convenzionale realismo antropologico dell’oggi che sembra piovuto da Plutone, non riescono a conferire in pieno al lavoro di Pellington un passo deciso e preciso, intellettualmente autonomo fino in fondo, soprattutto nel veicolare quella tonalità amara, quasi acidula, bizzarramente sarcastica, della commedia dove il film vorrebbe aggrapparsi e fare la differenza.